Com’era già accaduto nelle scorse settimane, in casa Honda c’è del malcontento per come la nuova categoria, nata soprattutto con lo scopo di abbattere i costi, sia stata mal indirizzata dai team principali.
Inizialmente era stato il Vice Presidente del reparto corse Honda Shuei Nakamoto ad aver espresso le proprie perplessità sulla Open messa in pista da Yamaha, moto che, da quel che si è visto fino ad ora, ha le stesse potenzialità delle M1 di Jorge Lorenzo e Valentino Rossi. Nell’ultima giornata di test è stata Ducati a far esordire le proprie moto (sia le Factory che quelle del Team Pramac) in versione Open, la decisione sembra essere ormai ufficiale. Ricordiamo che tanti possono essere i vantaggi di questa nuova categoria, come la possibilità di lavorare sul motore durante la stagione, cosa che alla casa di Borgo Panigale serve come ossigeno.
Ma vediamo quali sono le argomentazioni del manager Livio Suppo:
“Dal punto di vista Honda, la nostra posizione è chiara. Capiamo che Ducati è dietro e che stanno provando di tutto per recuperare. Sicuramente il regolamento della Open gli permetterà di lavorare sul motore, è un aspetto importante per loro, lo capisco. Dall’altra parte, non siamo contenti che, solo pochi giorni prima dell’annuncio di Ducati di passare alla Open, sia stato introdotto dalla Magneti Marelli un nuovo software, che è molto più sofisticato rispetto a quello standard per questa categoria. Penso che sia qualcosa di cui dobbiamo parlare.”.
Oltre alle migliorie tecniche apportate a questi neonati del Motomondiale, Suppo fa riferimento a come una categoria nata per tagliare i costi, secondo i criteri seguiti dai principal team, non sia ora così distante dalle spese sopportate per mettere in pista una Factory. Insomma la filosofia con cui era nata la Open sta venendo meno:
“Alla fine, se nella Open ci sarà una moto ufficiale non sarà una categoria poi tanto economica. Io penso che l’obiettivo della Open sia invece quello di creare una categoria meno costosa. Dobbiamo capire, insieme a Dorna e MSMA, se lo scopo della Open sia chiaro a tutti. Noi, come penso tutti, avevamo capito che queste moto dovessero costare meno rispetto alle Factory, ma secondo l’interpretazione di Ducati non è così. Quindi è solo una questione di sedersi insieme e definire quello che si vuole per il futuro.”.