Le gare di motociclismo sono uno svago sportivo, alle classiche domeniche tranquille e di relax, ma quando subentra la routine in esse, sembra scatenare la noia anche ai più appassionati.
Le ultime settimane, se non addirittura l’intero mondiale, a parte qualche scaramuccia, con bagarre più o meno rara, ha visto la seconda metà di gara presentandosi esattamente come la precedente. Nessun colpo di scena, nessun “tutti in piedi sul divano” e nessun presupposto che ne cambi le sorti future. La storia è sempre la stessa: Marc Marquez in volata solitaria e nessuno dietro capace di contrastarlo minimamente. Si parla di moto aliena che sfiora la perfezione, dimenticandosi troppo spesso che ne possiede una identica anche il compagno di squadra Dani Pedrosa, che ogni tanto si catapulta in un mondo parallelo, per poi riprendere i sensi vicino alla zona podio.
L’attenzione mediatica e la fama, tirano a sè le conseguenti polemiche e critiche, come quelle relative ogni due o tre mesi a Valentino Rossi. Periodo idilliaco per il pilota pesarese, che per grazia o demerito altrui, trova spesso la miglior sosta al secondo posto. L’inno italiano non si ode da tanto di quel tempo, che i connazionali iniziano ad identificare come universale quello spagnolo, abbozzandone la melodia. Andrea Dovizioso per quanto possa sforzarsi, non puo’ di certo reggere la pressione di una moto lontana dall’essere competitiva, nonostante le migliorie di quest’anno.
Se poi si sfiora l’argomento Jorge Lorenzo, si aprono agonizzanti punti interrogativi, misteriosi e alquanto inspiegabili. Un guerriero senza spada o semplicemente un sensibile declino momentaneo di scarsa autostima. Aspettando l’1 giugno nel circuito di Mugello, Italia.