Eugene Laverty: “Ho aspettato a lungo di cavalcare una MotoGP”

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Il suo avvicinamento alla MotoGP era nell’aria da tempo e così, come il suo stesso accordo contrattuale con Suzuki prevede, Eugene Laverty, vice campione in carica della Superbike, ha avuto modo di salire in sella alla XRH-1 per tre giorni di test (dal 3 al 5 giugno), svoltisi prima in Giappone e successivamente a Phillip Island.

Pochi i giri portati a termine, viste le pessime condizioni climatiche, ma sufficienti per prendere la giusta confidenza con la MotoGP, realtà fino ad ora estranea al pilota irlandese. Suzuki ha avuto modo di testare diverse mescole di pneumatici Bridgestone e componenti nuove, sfruttando i circa 70 giri portati a termine da Laverty e da Randy De Puniet. Il pilota della Superbike si è mostrato soddisfatto, nonostante il poco tempo a disposizione ed una caduta sofferta nella giornata di giovedì:

“E’ stato un peccato. Dovevano essere quattro ore in pista in Giappone, che poi sono diventate tre, in cui avrei dovuto solo prendere confidenza con la moto e mettere a posto l’assetto in vista di Philip Island, ma alla fine mi sono messo subito a spingere, montando anche la gomma morbida per iniziare a trovare il feeling con questa copertura. Non vedevo l’ora di arrivare a Philip Island, ma l’inverno australiano è famoso per essere particolarmente intransigente. Mi sono lanciato dalla moto dopo tre giri lanciati e che ha posto fine alla prova. In Giappone sono rimasto veramente colpito dalla moto, tutto sembrava funzionare per il meglio. Mi sarebbe piaciuto avere più tempo a disposizione a Phillip Island, perché quella era una pista che avrebbe potuto mettere in evidenza alcuni possibili problemi della moto.” 

Eugene Laverty ha poi espresso il desiderio di tornare, quanto prima, in sella alla Suzuki XRH-1:

“Ho aspettato a lungo il mio momento di cavalcare una di queste moto. Se sei un pilota sufficientemente sveglio, sei sempre in grado di capire quali moto si adattano bene al tuo stile e le piste su cui la moto può essere forte. Da quello che ne sapevo riguardo alla MotoGP, ho sempre pensato che moto e gomme sarebbero state adatte a me. Dopo averla guidata, anche dopo sole tre ore, ho pensato che si adattasse davvero al mio stile di guida, e che questa è la moto che dovrei guidare. Si tratta solo di avere la possibilità di farlo come si deve.”

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