Le domeniche sembrano tutte uguali dall’alto del primo posto, su un podio ormai troppo familiare e poco propenso ai cambiamenti.
Marc Marquez arriva nell’era dell’avanguardia e della tecnologia, così come un robot programmato con l’unico scopo di salire in cima alla vetta del mondiale. Un obiettivo quasi facile a vedersi, grazie alla sua capacità di rendere semplice grinta, sorpassi e pole position, insomma un gioco da ragazzi con la caratteristica di avere un unico attore principale. Paragonato fin dai primi passi a Valentino Rossi, il fratello maggiore di casa Marquez, sembra voler replicare a pieno le gesta del suo idolo italiano. Una foto insieme, li ritrae con un piccolo spagnolo dagli occhi vispi, che oggi è intenzionato a segnare la storia. Forse è un po’ presto per utilizzare termini del genere, ma con l’ottava vittoria consecutiva ed un pieno di 200 punti, Marc Marquez ha già in pugno una penna per riscriverne i record.
D’altrocanto il pesarese ha ancora voglia di competizione e di sentire riecheggiare verso il presente l’inno italiano, in debito con il sostegno dei tifosi, fino all’ultimo traguardo della carriera. Stesso punteggio per Dani Pedrosa, che con i suoi buon 128 punti, rimane in un leggiadro equilibro, capace di garantire ancora una volta la conferma del contratto in casa Honda. Precarie invece le condizioni di Andrea Dovizioso, che è riuscito a fare miracoli con una moto che richiede pazienza e dedizione, un po’ come scalare l’Everest con piccone in mezzo alla tormenta. Con 10 punti in meno, esattamente 81, si trova il fallimento annuale di Jorge Lorenzo, sprofondato nei meandri oscuri di non si capisce quale problema, fisico, psicologico o tecnico.