La previsione che si era prospettata ai nostri occhi già dal venerdì era in fin dei conti giusta, il Gran Premio di Phillip Island è stato costellato da molteplici cadute, in particolar modo nella classe regina.
Solo quattordici sono stati i piloti in grado di tagliare il traguardo, primo dei quali Valentino Rossi (Movistar Yamaha MototGP), tornato a vincere dopo il trionfo di Misano, portando così a due il numero di vittorie stagionali. Quando il podio, perlomeno il gradino più alto, sembrava ormai deciso, Marc Marquez (Repsol Honda Team), leader del gruppo con un notevole margine, cade salutando 25 punti iridati che sembravano già archiviati. Nel frattempo Rossi e Jorge Lorenzo (Movistar Yamaha Team), immediatamente a seguire, dopo aver battagliato per diversi giri, consolidano le proprie posizioni con l’italiano davanti allo spagnolo. Le cose per il numero 99 della Yamaha vanno però peggiorando man mano che i giri si susseguono a causa del degrado delle gomme, tanto da essere raggiunto e sopravanzato da Cal Crutchlow (Ducati Team), andato vicino al secondo podio consecutivo e caduto a pochi metri dal finale, e avvicinato da Pol Espargaro (Monster Yamaha Team), scivolatoin una circostanza simile a quella in cui era incappato Lorenzo nella giornata del venerdì. Ad aggiudicarsi dunque l’ultimo gradino del podio a disposizione è Bradley Smith (Monster Yamaha Tech3), che contribuisce così ad un vero e proprio dominio Yamaha.
Ducati rimedia con la quarta piazza di Andrea Dovizioso, mentre Hector Barbera (Avintia Racing), quinto, ottiene il suo miglior piazzamento in MotoGP. Alvaro Bautista (GO&FUN Honda Gresini) si aggiudica la sesta piazza, concludendo una lunga fase di risultati non del tutto positivi, mentre alle sue spalle si classificano il team mate Scott Redding, Hiroshi Aoyama, ottavo, Alex De Angelis (NGM Forward Racing), nono, e Nicky Hayden (Drive M7 Aspar), decimo. Con i numerosi ritiri che hanno caratterizzato la gara, tutti i piloti rimasti in pista hanno ottenuto punti iridati, tra questi anche Yonny Hernandez (Energy T.I. Pramac Racing), Danilo Petrucci (Octo IodaRacing Team), Michael Laverty (Paul Bird Motorport) e Mike Di Meglio (Avintia Racing). Un contatto nelle prime fasi della corsa tra Andrea Iannone (Pramac Racing) e Dani Pedrosa (Repsol Honda Team) ha pregiudicato la gara di entrambi.
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