Tito Rabat, il duro lavoro lo ha consacrato Campione del Mondo

Tito-Rabat-Marc-Marquez

Poco più di 48 ore fa, Tito Rabat conquistava il primo titolo iridato in carriera, ponendosi saldamente in testa alla classifica della Moto2, categoria nettamente dominata da inizio stagione ad ora, cedendo davvero poco spazio ai suoi rivali.

Con una gara di anticipo, il giovane pilota catalano ha chiuso i giochi nella categoria di mezzo, accompagnando il connazionale nonché grande amico Marc Marquez, campione della MotoGP, e lasciando in bilico solo la Moto3, dove il minore dei fratelli Marquez e l’australiano Jack Miller si giocheranno il tutto per tutto a Valencia, per l’ultimo appuntamento stagionale. Nonostante fosse un risultato atteso, il titolo mondiale non è arrivato in maniera così scontata come si credeva, infatti è giunto solo al penultimo round del campionato. La costante crescita agonistica e personale del venticinquenne spagnolo è sotto gli occhi di tutti, il quale, da quando gareggia in Moto2, ha ottenuto notevoli piazzamenti, incrementati di volta in volta (10°, 7°, 3°, 1°), i quali gli hanno consentito di giocarsi per la prima volta la possibilità di diventare campione del mondo già l’anno scorso, quando ad essere incoronato fu invece Pol Espargaro. A differenza di molti suoi colleghi non ha iniziato a correre in moto durante i suoi primi anni di vita, ma ha compensato questo handicap con una grande mole di lavoro, dote che lo contraddistingue e lo porta ad esordire nel Motomondiale nel 2005.

Passando ad analizzare la stagione in questione, possiamo constatare che il buon feeling con la moto ed il team si è tradotto per lui in sette vittorie, dieci pole position e cinque giri veloci, oltre ad un totale di tredici podi. Numeri che non passano certamente inosservati, tenendo conto anche della rivalità interna nel team Marc VDS, in cui anche Mika Kallio ha avuto a lungo la possibilità di dire la sua in ottica campionato, ma che alla fine si è dovuto arrendere alla palese superiorità del team mate. Com’è stato anche dichiarato dai pluricampioni Marc Marquez (tra l’altro suo compagno d’allenamenti), Valentino Rossi e Jorge Lorenzo dopo la gara di Sepang, la passione per le due ruote e la tenacia di Tito Rabat sono le doti che lo hanno spinto a raggiungere un così ambizioso traguardo, il quale gli dà il permesso a tutti gli effetti di entrare nella storia del motociclismo.

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