Che Marc Marquez fosse un grande campione, lo sapevamo già da tempo e non solo grazie ai titoli mondiali che testimoniano le sue capacità.
Il temperamento di un pilota è parte integrante delle prestazioni in pista e di certo non parliamo di un razionale fuoriclasse. Calcolatore a tratti, con la tenacia di chi difficilmente riesce a tornare a casa con la testa bassa. Il suo essere spregiudicato e la sua sfrontatezza, fanno di lui un campione che si comporta come se non avesse nulla da perdere. Effettivamente in passato è stato così, come ad esempio il debutto della prima stagione in MotoGP, ma quando si diventa campioni del mondo si acquisiscono determinate aspettative che nessuno vorrebbe deludere. La sua totale assenza di pericolo, fa di lui un missile pronto ad esplodere in qualsiasi momento, basta che gli si metta il bastone fra le ruote, esattamente come ha fatto Valentino Rossi nell’ultima gara argentina. Quel suo segno contraddistitivo, stavolta pero’ gli è costato parecchio, dando vita ad uno scivolone che gli ha regalato zero punti per la classifica finale del mondiale. Se chi troppo vuole nulla stringe è una regola, stavolta il pilota spagnolo avrebbe fatto bene ad accontentarsi della seconda posizione, anzichè essere sconfitto da se stesso.