Dopo aver conquistato due titoli nella categoria di mezzo (2006 e 2007) ed altrettanti nella classe regina (2010 e 2012), Jorge Lorenzo arricchisce il proprio palmarès con la corona di campione del mondo della MotoGP in una delle stagioni più combattute di sempre, caratterizzata sì da alti e bassi ma anche da numerose vittorie (7) e record.
Analizzando il suo 2015 attraverso le statistiche, solitamente impersonali ma pur sempre fondamentali ai fini dell’assegnazione del titolo iridato, i numeri sono proprio dalla parte del neo campione del mondo. Dalla sua ci sono infatti 7 primi posti (Jerez, Le Mans, Mugello, Montmeló, Brno, Aragón e Valencia), tre secondi piazzamenti (Indianapolis, Phillip Island e Sepang) e due medaglie di bronzo (Assen e Motegi), oltre al totale di 5 pole position. I giri veloci fatti segnare in gara nel corso della stagione sono stati 6, ultimo dei quali siglato nel corso del terzo giro dell’ultima gara stagionale che l’ha incoronato poi campione. Una cifra che potrebbe sembrare meno rilevante di altre, ma che in realtà ci fa intendere a pieno la velocità e la competitività di Lorenzo nel corso dell’intera stagione, è la somma dei giri di gara realizzati in testa che sono ben 274, contro gli 86 di Márquez e i 50 di Rossi.
In Qatar era già chiaro che Yamaha avesse fornito ai propri piloti una moto pronta a vincere tutto nel corso dell’anno, ma dopo tre quarti di gara il pilota maiorchino perde buona parte della visibilità a causa di un problema tecnico del casco ed è costretto a stringere i denti e ad accontentarsi della quarta piazza, ad un passo dal podio che era alla sua portata. Ad Austin Jorge accusa problemi fisici e questo pregiudica in parte il suo weekend, chiuderà di nuovo in quarta posizione. Dopo aver commesso un errore importante nella scelta delle gomme, il secondo Gran Premio d’Argentina consegna a Lorenzo un quinto piazzamento. La rivincita però non si fa attendere: dal GP di Jerez a quello di Catalunya il campione del mondo ottiene uno straordinario poker di vittorie. Ad Assen è sul podio ma il Sachsenring non gli sorride particolarmente, è infatti quarto. Torna in top3 ad Indy e vince a Brno. Gare sfortunate quelle di Silverstone e Misano. Sebbene in prova avesse imposto il proprio ritmo, è il meteo a rimescolare le carte in tavola: in Inghilterra è di nuovo quarto ma nel GP di San Marino, la cui gara è stata disputata in condizioni miste, arriva per lui il primo ed unico ritiro di stagione. Ancora una volta, dopo una caduta, il numero 99 si rialza a testa alta e vince la terza corsa consecutiva in terra spagnola.
Il trittico asiatico è a questo punto fondamentale per la lotta al titolo. A Motegi l’obiettivo è quello di recuperare punti preziosi su Valentino Rossi, leader della classifica generale, ma in realtà ne andranno persi altri quattro. Con le due manche di Phillip Island e Sepang Lorenzo recupera undici lunghezze e arriva all’ultimo round con sette punti di svantaggio su Rossi, il quale scatterà però dal fondo dello schieramento vista la penalità inflittagli dalla Direzione Gara.
A Valencia lo spagnolo dimostra già dai primi turni di prove libere di avere un gran passo, la pole position record conquistata il sabato rafforzerà ancora di più quest’impressione. La gara però è molto lunga (30 giri) e allo spegnimento del semaforo Jorge è già in testa, alle sue spalle Rossi rimonta sino alla quarta posizione. A questo punto per vincere il titolo deve tagliare il traguardo in prima o seconda piazza, ed è esattamente ciò che avverrà nel momento dell’esposizione della bandiera a scacchi; è Jorge Lorenzo infatti il vincitore della gara ed il Campione del Mondo 2015.
Come un esperto fabbro, Lorenzo ha realizzato martellata dopo martellata una struttura solida e vincente che lo ha portato a compiere la rimonta in classifica generale e a riuscire in quello che pochi prima di lui avevano compiuto, ovvero nel sorpasso ai danni del leader del campionato nel corso dell’ultima gara. La dura rivalità con il proprio team mate, anch’egli protagonista assoluto della stagione, e la crescente pressione che non solo la competizione in pista, ma anche e soprattutto la stampa ha contribuito a far venire a galla, potevano forviare chiunque, ma non Jorge Lorenzo. Il putiferio creatosi al di fuori, tra Rossi e Marquez e le istituzioni quali la Direzione Gara ed il TAS, poteva deconcentrare una mente non forgiata a dovere o non abituata sin dalla tenera età alla lotta agonistica, ma non quella del neo campione del mondo, che ha fatto di tale dote il proprio marchio di fabbrica. Ha saputo gestire le ultime gare in maniera pressoché perfetta (tra Motegi e Valencia ha conquistato una terza piazza, due secondi posti ed una vittoria) e ha portato a termine il proprio compito, conquistando pole position, giro veloce in gara e vittoria nel match point forse più importante della propria carriera sino a questo momento.
I numeri della carriera di Jorge Lorenzo:
Per quanto negli ultimi giorni il web abbia aizzato il popolo social di natura fanatica sul tema, i numeri e le statistiche parlano di altro, ovvero di un pilota che, anche se non prendessimo in considerazione l’ultima gara disputatasi o il titolo iridato appena conquistato, starebbe comunque entrando a tutti gli effetti nella storia di questo sport. In una classifica che prende in considerazione piloti di tutti i tempi e tutte le classi, Jorge Lorenzo è il quinto ad aver ottenuto più vittorie (61), il primo con più pole position (61) a pari merito con Valentino Rossi, il terzo con più secondi posti (46) ed il quinto con più podi (135). Sintomo di qualcosa di sostanzioso ma soprattutto del talento di qualcuno che è entrato “prepotentemente” negli annuari motociclistici e sportivi.
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