Le carte si sono mischiate più e più volte quest’oggi sul tracciato olandese di Assen. La gara ha preso il via in condizione di bagnato, con la possibilità di cambiare moto in qualsiasi momento nel caso i piloti lo avessero ritenuto necessario.
Andrea Dovizioso (Ducati Team) e Valentino Rossi (Movistar Yamaha MotoGP) sono sin da subito i più rapidi, ma a far capolino dalle retrovie è Yonny Hernandez, il quale non solo si prende la testa della corsa ma riesce anche a mettere tra sé e gli inseguitori oltre due secondi di vantaggio. Il pilota colombiano è però sfortunato perché al dodicesimo giro scivola, salutando prematuramente la corsa. Due giri più tardi, con la pioggia a scendere sempre più copiosa, la direzione gara decide di esporre la bandiera rossa ed aspettare un miglioramento climatico.
Al secondo via, i piloti sono schierati così com’erano posizionati nel corso del giro 14. Dovizioso scatta nuovamente dalla pole position, ma questa volta a seguirlo dalla seconda piazza c’è Danilo Petrucci (Octo Pramac Racing), che, insieme al team mate Scott Redding (4°), è venuto su nelle fasi finali della prima parte di gara. Rossi è terzo e Marc Marquez (Repsol Honda Team) quinto. Si ricomincia da dove si era lasciato, con l’unica differenza che questa volta anche l’australiano Jack Miller (Estrella Galicia 0,0 Marc VDS) riesce ad ingranare una buona partenza e a rendersi temibile sin dalle prime tornate.
È proprio il numero 43 a conquistare la gara del GP d’Olanda, la sua prima vittoria in MotoGP. Dal 2006 nessun team satellite aveva conquistato il gradino più alto del podio della classe regina. Marquez riesce a salvare la difficile situazione nel migliore dei modi, ovvero con la seconda posizione e 20 punti iridati preziosissimi in ottica mondiale. Terza posizione per Scott Redding, tornato sul podio dopo la gara di Misano dello scorso anno. Medaglia di legno di grande valore per Pol Espargaró (Monster Yamaha Tech3), mentre alle sue spalle troviamo Andrea Iannone (Ducati Team), partito dal fondo della griglia e addirittura caduto nelle prime fasi di Gara1, dopo aver realizzato una bella rimonta. Il pilota abruzzese è tornato subito in pista, riuscendo così a prendere anche il secondo via. Hector Barbera (Avintia Racing) è sesto ed anticipa sulla bandiera a scacchi Eugene Laverty (Aspar Team MotoGP), Stefan Bradl (Aprilia Racing Team Gresini), Maverick Viñales (Ecstar Suzuki Team), Jorge Lorenzo (Movistar Yamaha MotGP), Tito Rabat (Estrella Galicia 0,0 Marc VDS), Dani Pedrosa (Repsol Honda Team) e Bradley Smith (Monster Yamaha Tech3). Questi ultimi due sono caduti dopo il secondo start ma sono comunque riusciti a tornare in pista e a concludere la gara.
In questa seconda manche (della durata di 12 giri) purtroppo sono molti i ritirati, il primo in ordine cronologico è Cal Crutchlow (LCR Honda), segue il duo Ducati formato da Danilo Petrucci ed Andrea Dovizioso, il primo per un problema di natura tecnica ed il secondo per una scivolata avvenuta quando occupava la seconda piazza. Di nuovo sfortunato Aleix Espargaró (Ecstar Suzuki Team), il quale durante le fasi concitate della ripartenza era stato già costretto ad un lungo; poco più tardi il pilota catalano cade, così come Valentino Rossi, che in quel momento deteneva la testa della corsa. Brutta giornata anche per Michele Pirro (Avintia Racing) ed Alvaro Bautista (Aprilia Racing Team Gresini), il quale cade addirittura nel corso dell’ultimo giro.