Non è stato solo il sole a farla da padrone in quel di Imola, ma certamente ha surriscaldato ulteriormente un ambiente già di per sé ricco di passione. A bocce ferme, o e per meglio dire, a motori spenti, si possono tirare le somme di questo GP d’Italia che da sempre regala aspettative altissime, ma soprattutto tiene a bocca aperta e con gli occhi sgranati migliaia di appassionati accorsi in circuito, che per la cronaca quest’anno hanno raggiunto un importante record di presenze: ben 75.000 sono state infatti le persone che nei tre giorni hanno riempito gli spalti del tracciato emiliano.
Le loro speranze sono state riposte in particolar modo sulla Casa di Borgo Panigale, sul Team Aruba.it e sui suoi due piloti, Chaz Davies e Marco Melandri, i quali non le hanno affatto deluse. È stato però il gallese a prendersi prepotentemente la scena, fuori e dentro la pista (sì, perché è lui uno dei personaggi più ricercati dai tifosi che non si tirano indietro e sono disposti a vivere lunghe attese pur di avere una foto con o un autografo del proprio beniamino): sua la pole position e le vittorie delle due manche grazie alle quali recupera punti in classifica generale. Anche quest’anno si è mostrato imbattibile agli occhi dei propri avversari nel round di casa di team e moto. La scalata alla leadership di Jonathan Rea però è tutt’altro che semplice. Il campione del mondo in carica infatti limita i danni anche nei fine settimana in cui non è lui il più competitivo del lotto, e sale sul secondo gradino del podio in entrambe le occasioni, cedendo così al proprio avversario più diretto solamente 10 lunghezze. Sono invece Melandri e Tom Sykes ad alternarsi sul gradino più basso del podio.
Il rosso non ha colorato però solo le tribune, perché purtroppo sono state molte anche le bandiere rosse sventolate in pista. Diverse le interruzioni e le ripartenze nel weekend imolese, e non solo in prova ma anche e soprattutto in gara.
L’unica categoria a fare eccezione è stata la Superstock300, che, nonostante la giovane età dei partecipanti ed i sorpassi al limite vistisi nel round olandese, è filata liscia come l’olio per l’intera durata della corsa, incoronando lo spagnolo Marc Garcia come vincitore, e premiando con le medaglie d’argento e di bronzo Alfonso Coppola e Mykyta Kalinin. Nella Supersport è stato invece il campione del mondo in carica, Kenan Sofuoglu, a mostrare i muscoli in gara, tenendo alle proprie spalle il leader della classifica generale, Lucas Mahias, e Patrick Jacobsen, scattato dalla pole position. Ma è nella Superstock1000, ultima gara di giornata, che la Ducati ha potuto autografare un’importante doppietta: sì, perché oltre ai trionfi nella classe regina, la moto italiana ha tagliato il traguardo per prima anche qui, con Michael Ruben Rinaldi. Bottino pieno dunque per la scuderia e la squadra italiane.
La storia e la tradizione motoristica che il Circuito Enzo e Dino Ferrari di Imola conserva e che mostra ad ogni suo scorcio, una curva dopo l’altra, contribuiscono a rendere speciale un evento motociclistico sempre più atteso e vissuto come una festa: la festa di ogni appassionato dei motori che viene celebrata in grande stile da uno dei pubblici più caldi e spontanei dell’intera stagione, per la gioia dei piloti di casa che hanno un’ulteriore ragione per fare bene e dare mostra del proprio talento.
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