Il bollettino medico del pomeriggio emesso dall’Ospedale Bufalini purtroppo non porta buone notizie su Nicky Hayden, il quadro clinico è sempre grave ma stazionario, non ci sono miglioramenti ma nel bollettino stesso si parla di gravissimo danno cerebrale a causa dell’ematoma cranico che, ancora oggi, costituisce il maggior ostacolo ad un possibile intervento chirurgico.
Si sono uniti alla fidanzata di Nicky ed al suo entourage anche mamma Rose e il fratello più grande Tommy, che sono arrivati dagli Stati Uniti nel primissimo pomeriggio. Mancava papà Earl, reduce da un problema cardiaco.
Per quanto riguarda l’incidente di ieri, non sono ancora state chiarite le dinamiche, pare che la causa sia una mancata precedenza, ma non è ancora stato confermato di chi sia la colpa, e su questo stanno indagando gli inquirenti.
Tutto il mondo dello sport e del motociclismo in particolare si stringe intorno alla famiglia Hayden, e Valentino Rossi scrive una lettera al suo ex compagno di scuderia:
“E’ uno dei migliori amici che ho avuto nel paddock. Forza Nicky, siamo tutti con te. Siamo stati compagni di squadra con la Honda nel suo anno da rookie, il 2003, quando era un giovane debuttante alla prima esperienza europea – ricorda il Dottore – Quella stagione si chiuse con il Mondiale per me e con il suo primo podio a Phillip Island. Dopo qualche anno abbiamo lottato uno contro l’altro per il Mondiale 2006 fino all’ultima gara e alla fine, purtroppo per me, mi ha battuto ed è diventato il campione del mondo della MotoGP. Dopo la gara ci siamo dati la mano e ci siamo abbracciati. In seguito siamo stati ancora compagni di squadra nei difficili anni della Ducati, quando parecchie volte abbiamo lottato all’ultimo sangue, magari per conquistare l’ultimo posto nella top five. Nicky veniva spesso al Ranch, dove era sempre uno spettacolo vederlo e cercare di carpire qualche segreto battagliandoci insieme, perchè lui è uno dei più veloci flattisti del mondo e prima di passare all’asfalto ha vinto le più importanti gare di Flat Track americano come il Peoria TT. Il più bel ricordo che ho di lui però è quando è venuto a darmi la mano dopo la sfortunata gara di Valencia 2015, durante il giro d’onore. Per lui era l’addio alla MotoGP, io avevo appena perso il mondiale. Il suo sguardo di supporto dentro il casco è uno dei pochi ricordi positivi che ho di quel giorno”
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