Si è concluso un Gran Premio di Assen ancora una volta disastroso per Valentino Rossi, nuovamente una caduta e prima ancora delle qualifiche che lo hanno costretto a partire dalle retrovie. Tutto questo senza poter prendersela con la moto, almeno questa volta, visto che a trionfare nella terra olandese è stato il risveglio del suo compagno di squadra Vinales. L’ex Suzuki ha saputo interrompere prima del pesarese il digiuno della casa giapponese, riuscendo a riportare sul gradino più alto del podio il team e a dare nuovamente fiducia ad un ambiente depresso. Peccato che entrambe le classifiche vedano piloti e squadra piuttosto lontane dalle posizioni nobili.
Marquez continua a viaggiare in solitaria, quando non vince arriva sul podio e ciò rende difficile per i rivali una possibile rimonta: la quota che vede lo spagnolo Campione del Mondo per la sesta volta è bassissima a 1.02. Lontani anni luce i ducatisti, con Dovizioso dato a 13, Rins su Suzuki segue a 23 con Petrucci in grande crescita a 34. Stupisce la quota di Valentino, dato a 101. Una quota totalmente giustificata da una classifica che piange e vede l’azzurro a quasi 90 punti da Marquez, un divario che non aveva mai accumulato negli anni precedenti nemmeno dopo un’intera stagione, ora siamo solamente alla metà di una delle annate più difficili per il n.46.
Sembrava potesse essere l’anno della rinascita, con la vittoria sfiorata e persa negli ultimissimi giri del Gp di Buenos Aires, dove fu superato all’ultimo da Rins: poi il crollo e la doppia caduta fra Mugello e Assen, due dei gran premi più cari alla carriera di Rossi. C’è ancora tempo per risollevare le sorti proprie e della Yamaha, ma è lecito cominciare a porsi dubbi sul suo rendimento anche a seguito dell’esplosione del giovane francese Quartararo, capace di centrare ben tre pole di fila negli ultimi tre gran premi.
In ottica iridata Dovizioso viaggia a circa 50 punti di distacco da Marquez, con Petrucci lontano di circa 8 lunghezze: più dietro ancora Rins, che è caduto mentre era in testa ad Assen sprecando una buona chance di dire la sua anche in ottica iridata. Volendo trovare maggior equilibrio dobbiamo spostarci nella classifica costruttori, dove la Ducati può ancora dire la sua per la vittoria finale: la Honda di Marquez, praticamente da sola e senza l’aiuto di Lorenzo ora anche infortunato, resiste in testa con una ventina di punti di vantaggio rispetto alla rossa di Borgo Panigale. Dovizioso e Petrucci visto il rendimento di Jorge Lorenzo hanno l’obbligo di portare a casa quanto meno il titolo di squadra, dimostrandosi fin qui l’unica coppia equilibrata e competitiva dell’intero Mondiale.
Poco più dietro le Yamaha, che necessitano di un Valentino Rossi quanto prima desideroso di tornare a competere per quelle posizioni occupate in oltre 20 anni di straordinaria carriera e che ora sembrano un lontano e triste miraggio.
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