Dopo i rapporti dell’Arpa, FIM e Dorna decidono per il via libera al Gran Premio del Giappone sul circuito di Motegi, ma la decisione non ha incontrato il parere favorevole degli addetti ai lavori.
Il primo a dichiarare il proprio scetticismo è stato Jorge Lorenzo (Yamaha), seguito a ruota da Casey Stoner (Honda) che ha praticamente guidato la cordata dei piloti della Moto GP in questa protesta, appoggiata (anche se in modo più cauto), anche da Valentino Rossi (Ducati).
Casey Stoner ha dichiarato di non voler in alcun modo rischiare la sua salute, oggi o in futuro, a causa delle radiazioni che seppur dichiarate “trascurabili” dalla FIM, sussistono e creano un certo disagio sia per i piloti che per i vari membri degli staff delle scuderie.
«Non andrò in Giappone. Il rischio esiste, c’è un area non abitabile attorno alla centrale, credo che sia assurdo rischiare di ammalarsi magari fra anni in questa maniera per una sola gara. Questa è la mia opinione e non credo che nessun rapporto me la potrà far cambiare», questa la dichiarazione di Stoner dopo aver appreso la decisione della FIM, ora ci sarà da vedere se questo braccio di ferro farà cambiare idea agli organizzatori oppure ci darà in pasto un GP senza piloti.
Ducati, dal canto suo, ha dichiarato che i propri dipendenti (piloti e staff), avranno piena libertà decisionale se partecipare o meno alla trasferta giapponese, mentre in casa Honda ha destato non poco fastidio la dichiarazione di Stoner.
Anche i piloti di Moto 2, in seguito a questa situazione hanno deciso di organizzarsi per far presente a FIM e Dorna che nonostante il rischio sia considerato trascurabile, non sarebbero intenzionati a prender parte alla gara del 2 ottobre.
Il GP del Giappone in questi ultimi 2 anni sembra essere stato colpito da una maledizione, lo scorso anno venne rinviato dal 25 aprile al 3 ottobre a causa della nube di polvere che bloccò per svariati giorni i voli aerei di mezzo mondo.
Quest’anno a causa del distastro occorso alla centrale nucleare di Fukushima, in seguito allo tsunami che ha colpito il Giappone lo scorso 11 marzo, le conseguenze sembrano essere ancora più pesanti.
Secondo le stime dell’Arpa infatti, nell’area di Motegi, le radiazioni ci sono ma non sarebbero a livelli di rischio (rimane il fatto che siano comunque presenti), e se si considera che il circuito è a soli 120 km di distanza da dove è avvenuto il disastro nucleare, si può capire quale possa essere lo stato d’animo di piloti e staff che comunque avrebbero un cuscinetto di 90 km poichè è stata evaquata tutta l’area intorno alla centrale per 30km.
Ora si aspetta quindi il prossimo incontro tra i piloti, che avverrà probabilmente già a Brno in occasione del prossimo appuntamento del Motomondiale, per capire cosa succederà il 3 ottobre.