Viene da chiedersi se ci fosse stato Marc Marquez che tipo di campionato sarebbe stato: finito a metà stagione o con un grande protagonista in più nel “mischione” che caratterizzerà, con ogni probabilità, la classifica fino a fine stagione?
Mai come quest’anno il Mondiale di MotoGP non ha un favorito: dopo sette gare, ovvero la metà di quelle previste, il leader della classifica iridata, il nostro Andrea Dovizioso, guida con 84 punti. È il bottino più “misero” conquistato a questo punto dalla stagione dal primo del Mondiale nell’epoca moderna della MotoGP. Tradotto: alle spalle del forlivese c’è un mucchio selvaggio che coinvolge altri nove piloti, fino alla decima posizione occupata da Pol Espargaro, su KTM, staccato di 27 punti a quota 57.
Potremmo definirlo un Mondiale pazzo o anche paradossale. Sì, perché di contraddizioni ne possono essere trovate parecchie. Una su tutte? Beh, restando al “Dovi”, è opportuno sottolineare che il suo futuro è ancora un’incognita con un’unica certezza: la Ducati che lo dovrebbe guidare, tra mille difficoltà, al titolo non sarà la sua moto la prossima stagione.
Un’altra stranezza? L’ultima gara della stagione in programma a Portimao, in Portogallo. Il 22 novembre sarà consegnato il Mondiale su una pista inedita, un autentico enigma: il 7 e 8 ottobre piloti e collaudatori potranno studiare il circuito con test su moto stradali, basterà?
Ma la lista dei paradossi è lunga e riguarda anche Valentino Rossi: il “dottore”, che ha ufficializzato il passaggio alla Petronas per la prossima stagione, è in sella ad una Yamaha che probabilmente è la moto più in difficoltà di quelle che aspirano al titolo. Eppure la casa di Iwata è riuscita a portare a casa 4 gare, più della metà di quelle disputate, con 3 piloti diversi: Quartararo, Vinales e Morbidelli.
A proposito di vittorie: sulle sette gare disputate, sono arrivati sei vincitori diversi. L’unico a fare doppietta è stato proprio il “diablo”, Fabio Quartararo, nei primi due appuntamenti stagionali a Jerez. Sembrava l’inizio di una cavalcata del francese, viste anche le vicissitudini che hanno coinvolto Marquez. Da lì, però, è cominciato un mini-calvario, testimoniato dai soli 24 punti portati a casa negli ultimi 4 appuntamenti, il peggior rendimento dei primi 10 in classifica. Nonostante ciò, Quartararo – assieme all’altro Yamaha Vinales – è secondo ad un solo punto di distacco da Dovizioso. Distanze minime se si considera anche il quarto posto di Joan Mir.
Ecco, se proprio dovremmo indicare un favorito per la seconda metà della stagione e puntare qualcosina sui siti di scommesse online elencati su casinosicurionline.net, probabilmente lo spagnolo di Palma di Maiorca sarebbe il prescelto. Ed ecco un nuovo paradosso: Mir non è nel lotto di piloti che ha già portato a casa una gara. E’ rimasto a secco (anche se in Austria fu penalizzato dalla bandiera rossa) ma è a -4 dal vertice, merito anche dei 3 podi nelle ultime 4 uscite. Il momento di forma, insomma, è sotto gli occhi di tutti e la sua Suzuki è indicata da molti come la moto più in palla della griglia. Ottimo telaio, come da tradizione, e motore che ha fatto passi da gigante nell’ultima stagione, percorrenza in curva ideale che permette di uscire bene in accelerazione: la Suzuki di Mir può ambire al titolo.
Non vanno dimenticati il nostro Morbidelli (quinto a -20 da Dovizioso), vincitore a Misano 2 e pole a Barcellona, così come Nakagami (-21): il giapponese è l’unico dei top 10 ad essere andato sempre a punti. Chissà che nel mondiale più pazzo e più paradossale di sempre non venga premiata la “normalità” dei piazzamenti…
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