Non è un segreto che il tecnico sia stato uno dei protagonisti dell’ingaggio di Marquez da parte del Gresini Racing. Anche se il costruttore italiano ha più volte ribadito di non avere alcuna influenza sulla scelta dei piloti della squadra faentina, l’operazione non sarebbe andata in porto senza l’ok del costruttore di Borgo Panigale.
Quando sono iniziate a circolare le voci che il #93 avrebbe potuto lasciare la Honda in vista del 2024 per salire su una Desmosedici GP, Dall’Igna ha taciuto per lasciar parlare i suoi colleghi, che hanno sempre lasciato intendere che la Ducati considerava un problema l’ipotetico arrivo del pluricampione, in un momento in cui aveva tutte le sue “bestie” sotto controllo.
Solo più tardi, quando l’ingaggio di Marquez da parte di Gresini era quasi firmato, l’ingegnere è stato spinto a verbalizzare l’iniezione di orgoglio che significava per lui che un pilota del calibro di Marc rinunciasse alla stabilità della Honda per poter avere una Ducati, che peraltro sarebbe stata il modello dell’anno precedente. L’operazione fa capire che la Casa bolognese ha dato priorità al fatto di ingaggiare il pilota di Cervera rispetto ai grattacapi che questo avrebbe potuto causare al resto della sua squadra.
“Onestamente, non vedo perché Marc dovrebbe essere un problema per Ducati: è forse controproducente se un campione vuole correre con la tua moto? Noi cerchiamo piloti competitivi che vogliano guidare la nostra moto, questo è il nostro obiettivo”, ha aggiunto il celebre tecnico, che nel 2024 cercherà di ripetere il grande successo che la Ducati ha ottenuto nel 2023, conquistando la corona piloti con Pecco Bagnaia e quella costruttori, battendo anche tutti i record precedentemente stabiliti, compreso il numero di vittorie in un anno (17 in 20 eventi).
L’ormai consolidata massima secondo cui i marchi preferirebbero quasi perdere un titolo piuttosto che vincerlo con il prototipo dell’anno precedente sembra essere scaduta, almeno nel caso della Ducati, se dobbiamo crede alle parole del suo direttore generale. “Se Marc vincerà il prossimo campionato sarà perché è stato il migliore e perché se lo è meritato. L’equazione è molto semplice. Non vedo come possa danneggiare l’immagine della Ducati. Non ho mai considerato se conta di più il pilota o la moto. È la combinazione che vince”, ha risposto l’ingegnere, che ha argomentato la sua posizione guardando al passato.
“Per me non è mai stato un problema che qualcuno vincesse il Campionato del Mondo con un prototipo dell’anno precedente. È già successo in passato con moto che ho gestito io. Gabor Talmacsi ha vinto il titolo della 125 su un’Aprilia di un anno più vecchia di quella di Hector Faubel, suo diretto rivale. Marco Simoncelli è stato incoronato campione della 250 (2008) dopo aver iniziato l’anno con la moto dell’anno precedente, con la quale ha vinto delle gare. Poi a fine stagione ha avuto la nuova moto”, ricorda Dall’Igna, prima di concludere: “Il mio obiettivo è vincere, e devo usare tutti i metodi possibili per riuscirci. Alla fine può succedere che il nuovo prototipo non migliori le prestazioni di quello vecchio: dov’è il problema?”.
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