La F1 con il passaggio alle auto ad effetto suolo ha cambiato faccia. La differenza con il passato è abissale.
C’era una volta una F1 differente e molto più avvincente sul piano strategico dove era possibile affrontare una tattica aggressiva nel corso di un Gran Premio. Oggi le vetture corrono su dei binari in pista, ma anche in termini di strategia al muretto, con l’assenza dei rifornimento, si è molto plafonata. E’ diventata una Formula gomme dove le variabili sono ridotte all’osso.
Le vetture attuali sono dei concentrati di tecnologia, delle vere e proprie astronavi anche in termini di dimensioni. Il discorso in merito al carburante è, strettamente, legato alle dimensioni delle vetture. Un tempo le monoposto erano molto più piccole, non dovendo ospitare il carburante per l’intera durata della gara. Le nuove wing car, rispolverate 40 anni dopo, hanno riproposto dei concetti ingegneristici di spessore, ma non hanno aumentato lo spettacolo.
La F1 ha imboccato la strada di un futuro più sostenibile, dicendo addio al sound degli storici V8 e V10 che rombavano sulle strade. Nel 2014 ci fu il passaggio alle PU turbo-ibride, motori molto più efficienti che negli anni hanno avuto uno sviluppo clamoroso in termini prestazionali. Purtroppo lo spettacolo è crollato sotto la scocca. Ha cominciato a dominare una sola squadra, ovvero la Mercedes, vincitrice di 8 mondiali di fila. Dal 2022 la musica non è cambiata con una Red Bull Racing inavvicinabile per la concorrenza.
Il ritorno delle vetture ad effetto suolo, le nuove mescole e i nuovi bio-carburanti E10 avrebbero dovuto cambiare le carte in regola. Il budget cap e il congelamento delle Power Unit, purtroppo, non hanno portato a dei netti passi in avanti per gli inseguitori. Dal 2026 le vetture cambieranno ancora. La riunione della F1 Commission ha sancito la definizione delle nuove linee guida. Vi sarà spazio, maggiormente, alla parte elettrica dei motori e l’utilizzo del bio-carburante al 100%.
Nella categoria regina del Motorsport il quantitativo di carburante si misura in kg e non in litri. Già nel 2010 i serbatoi hanno cambiato faccia, potendo accogliere circa 100 kg di benzina. Si tratta del massimo concesso, cosa che a volte porta i piloti anche a dover risparmiare del carburante durante i Gran Premi. Si tratta di un altro limite che ha condizionato le condotte di gara dei driver.
Un tempo si spingeva al massimo dal primo all’ultimo giro, potendo sempre traboccare carburante. Basta un piccolo quantitativo sballato a bordo che scattano anche pesanti squalifiche. Prima del 2010 l’ampiezza dei serbatoi non superava i 60 kg di portata. Le auto era più agili e divertenti, ma anche meno sicure. Infatti, dall’inizio dello scorso decennio sono stati banditi i rifornimenti, che vennero introdotti nel 1994 e poi rimossi per motivi di sicurezza dopo tre decenni. La scelta, in termini di spettacolo, non ha pagato.
La Ferrari aveva dominato la scena con Michael Schumacher, anche grazie a strategie aggressive. L’era dei rabbocchi è terminata e si è spenta anche la speranza di assistere a battaglie imprevedibili. In termini di sicurezza l’assenza dei bocchettoni può essere vista come un punto a favore, ma tanti mondiali si sono decisi in pit lane.
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