Tra le sfide più entusiasmanti e rischiose al mondo, il Tourist Trophy continua ad eleggere leggende e a mietere vittime. Il suo trofeo è iconico.
Il TT è tre le corse più antiche al mondo. Inizialmente nacque come sfida cronometrica per le auto. Nel corso di oltre un secolo ha cambiato i connotati. Sul tracciato stradale dello Snaefell Mountain Course, circuito cittadino di 60,720 chilometri sull’isola di Man, i manici più forti e coraggiosi sul pianeta si sfidano per entrare nella leggenda.
Pensate che la prima edizione del Tourist Trophy venne corsa nel 1907. All’epoca i piloti erano dei fenomeni assoluti che, senza particolari protezioni, rischiavano la vita ad ogni curva. Sull’Isola di Man, inoltre, il clima può risultare pessimo. Nonostante la sfida si corra nella prima settimana di giugno, non sono mai mancati gli imprevisti. La classica pioggerellina inglese tende a rendere l’asfalto molto scivoloso. Nonostante le condizioni siano migliorate tanto rispetto al passato, gli impatti possono risultare fatali.
Il percorso si snoda tra edifici, muri, parchi e pali della luce lungo la strada. Il numero di morti ha superato le 143 vittime già a partire dal 2015, ma ogni anno gli impavidi centauri rischiano la vita. Un tempo i protagonisti del Motomondiale dovevano calarsi nel teatro dell’Isola di Man. Dal 1949 al 1976 il Tourist Trophy, infatti, era una tappa del campionato del mondo. Dalla prima edizione del Motomondiale il Gran Premio di Gran Bretagna avveniva sull’isolotto, finché non la considerarono troppo rischiosa.
La prima vittoria italiana fu opera di Omobono Tenni, capace di vincere in sella ad una Moto Guzzi 250 nel 1937. Più avanti fu Giacomo Agostini a dettare leggere, diventando uno dei rider più vincenti di sempre. Nel 1972 perì il rider italiano Gilberto Parlotti, che scelse di partecipare al TT per accumulare un vantaggio in classifica sul grande Angel Nieto.
La gara, infatti, attribuiva un bel bottino di punti. L’italiano aveva vinto nel Gran Premio della Germania dell’Ovest e nel Gran Premio di Francia, gareggiando con il sogno del Mondiale. La sua morte sconvolse anche Giacomo Agostini. L’hype lasciò posto alla paura. La tappa venne estromessa dal calendario ufficiale del Motomondiale. Gli organizzatori decisero di lanciare la sfida sull’Isola di Man nel campionato mondiale Formula TT, dal 1977 al 1990.
Nel 1911, sullo Snaefell Mountain Course, riconosciuta da tutti come “Isle of Man TT Race”, corsero la categoria Junior TT, riservata alle monocilindriche da 300 cc e alle bicilindriche fino a 340 cc e la categoria Senior TT, monocilindriche fino a 500 cc e delle bicilindriche fino a 585 cc. Anno dopo anno, il circuito fu ampliato sempre più.
Oggi i piloti corrono su una distanza di 60 chilometri e 720 metri, ripetuta per sei volte nelle classi principali e per tre o quattro in quelle minori. L’albo d’oro ha incoronato il leggendario Joey Dunlop, pilota britannico scomparso nel 2000, con 26 trionfi nella massima categoria, seguito da John McGuinness con 20 vittorie. Al terzo posto all time ci sono Mike Hailwood e Dave Molyneux con 14 successi. Steve Hislop e Phillip McCallen sono saliti a 11, mentre Giacomo Agostini, Robert Fischer, Ian Lougher e Stanley Woods hanno celebrato la vittoria in 10 edizioni.
I rider continuano a sognare il Mercurio alato. L’effige di Ermes, che sovrasta la ruota alata, venne creata alla vigilia della prima edizione del Tourist Trophy, dal marchese de Mouzilly di St. Mars, uno dei fondatori del TT. La coppa data al vincitore del Senior presenta sul basamento l’etichetta con i nomi di tutti i vincitori delle edizioni precedenti.
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