L’otto volte iridato, Marc Marquez, ci ha visto lunghissimo a lasciare la Honda. Ecco cosa è accaduto nella prima uscita stagionale.
Sarebbe dovuta essere la stagione della svolta in casa Honda dopo i proclami di inizio stagione. Si è trasformata, invece, nell’ennesima figuraccia mondiale. Da due anni abbondanti la casa di Tokyo galleggia all’ultimo posto della graduatoria costruttori della classe regina. Dopo aver dominato la scena sino al 2019 la discesa è stata repentina e verticale.
L’infortunio alla spalla di Marc Marquez ha decretato un passo indietro epocale. Da squadra che guidava le classifiche l’HRC è diventano il fanalino di coda. Con l’assenza di un mastino come Marc si è puntato, decisamente, su novità tecniche che dovessero rendere guidabile l’HRC anche per gli altri rider della casa di Tokyo. La Dorna ha studiato un regolamento tecnico che tramite le concessioni dovrebbe permettere degli sviluppi mirati alla crescita del mezzo.
Di fatto in Honda sono passati anche straordinari interpreti come Zarco e Rins, ma i risultati non sono ancora arrivati. L’ex rider della Suzuki è stato l’unico in grado di ottenere una vittoria nella scorsa annata, in sella alla RC213V del team satellite LCR. Al posto dello spagnolo è arrivato il navigato, ex Pramac, Johann Zarco, in grado di fare la differenza nella crescita delle Desmosedici.
L’addio di Marc Marquez in HRC dovrebbe aver responsabilizzato Joan Mir, iridato nel 2020 ai tempi della Suzuki, ma i risultati non sono arrivati. Il fratello minore di Valentino Rossi, Luca Marini, dopo l’esperienza nella squadra VR46 ha scelto di cogliere l’eredità del Cabroncito. Nella Sprint Race, in Qatar, la sfida si è conclusa con tre case diverse sul podio ovvero Ducati, KTM e Aprilia, ma sono state ad anni luce di distanza le Yamaha e le Honda. Ecco dove vedere live le gare di MotoGP.
Honda, numeri preoccupanti
Joan Mir, dopo le scarse performance della sua RC213V in gara, si è sbilanciato in modo audace, parlando di Coppa Giappone. La Honda e la Yamaha, infatti, costituirebbero due vecchie glorie nipponiche, costrette ad arrancare nella zona bassa della graduatoria. Il passo in avanti sarebbe emergere dalla “Coppa Giappone” per lottare almeno con l’Aprilia in gara.
“Non penso che avrei potuto fare molto di più con il pacchetto che ho – ha affermato Mir, come riportato su MOW – La mia moto ha più o meno gli stessi problemi del solito, ma è certamente più veloce. Mi sono sentito un po’ più a mio agio e penso alla prossima perché potrebbe andare un po’ meglio. A Losail, probabilmente, ho sbagliato un po’ anche io. Ero lì con Quartararo e Vinales e mi sentivo bene, così ho iniziato a spingere, ma la gomma mi ha lasciato dopo due giri. Forse non avrei dovuto farmi prendere dall’entusiasmo e aspettare un minuto di più prima di aumentare il ritmo“.
Mir ha chiuso tredicesimo nella SR e quindicesimo nel GP. Non è andata meglio alla Yamaha che ha concluso a 17 secondi dal leader Pecco Bagnaia. Un anno fa il francese fu settimo a otto secondo da Di Giannantonio. “La M1 non ha un problema, è piena di piccoli problemi – ha spiegato El Diablo a Tuttosport – serve migliorare l’elettronica, il motore, l’aerodinamica, il turning, più o meno tutto. Siamo ancora più lontani dalla vetta rispetto all’anno scorso“. Sono stati 17 i secondi, infatti, che hanno separato Fabio Quartararo da Francesco Bagnaia alla bandiera a scacchi.