La Vespa è uno dei mezzi più riconoscibili al mondo. Esposta in musei e ad ogni angolo di strada rappresenta un mito del Belpaese.
L’Italia ha così tanta storia da raccontare in svariati settori che, spesso, c’è una mistificazione dei personaggi o degli oggetti di culto nostrani all’estero. Il Made in Italy piace ed è sempre stato apprezzato perché ha palesato l’essenza stessa della cultura locale. Nel momento in cui il mondo intero seguiva la moda del momento, gli italiani innovavano senza paura di osare e andare in direzioni nuove.
C’è stato un periodo storico, corrisposto con il dopo guerra, in cui in Italia c’era una voglia di fare che, raramente, si è vista altrove. Costruire un mondo all’altezza dei migliori marchi di moda, di moto, di auto, di tutto quello che è design. Oggi ci si è proiettati al lusso, ma un tempo si badava al sodo con classe. In passato vennero sviluppate delle idee che non solo hanno avuto un impatto determinante sull’industria delle due e quattro ruote ma rappresentarono un potente motore per la crescita del Paese.
L’eleganza stava nelle cose semplici, come il design iconico di un mezzo che ha rivoluzionato il concetto stesso di scooter. La Vespa è tra i veicoli più importanti del panorama storico culturale italiano. L’idea geniale arrivò dall’ingegnere Corradino D’Ascanio, nato nel 1891, che nel 1945 decise di collaborare con Enrico Piaggio per la creazione dello scooter.
L’obiettivo di avere versatilità ad un costo alla portata della fascia media venne centrato al primo colpo. Nel settore dei ciclomotori la Piaggio ha contribuito alla motorizzazione su due ruote del Belpaese, oltre ad aver lanciato un mezzo da lavoro unico come il motocarro Ape. Da sempre appassionato di motori, l’ing. D’Ascanio, scelse la strada dell’aeronautica per avere un impatto nell’industria emergente. Fu in grado di creare un capolavoro senza tempo.
Dopo la laurea in ingegneria industriale al Politecnico nel 1914, e la partecipazione alla Prima Guerra Mondiale, D’Ascanio lavorò nella fabbricazione di deltaplani ed elicotteri, finché non ebbe la chance di collaborare con Enrico Piaggio nella creazione di un mezzo di assoluto spessore. La prima Vespa venne brevettata nel 1946, diventando un simbolo di italianità. Ecco chi si occupa della produzione dei motori attuali.
La prima Vespa vantava un motore 98cc monocilindrico a 2 tempi raffreddato ad aria forzata attraverso una ventola sul volano-magnete. Una soluzione ingegnosa che permetteva agilità con una potenza di 3,2 CV a 4.500 giri/minuto per una velocità di 60 km/h. Ora è stata avanzata una proposta, ossia riconoscere la Vespa Piaggio del ‘900 quale patrimonio culturale italiano. All’unanimità dal Consiglio regionale della Puglia ha approvato la richiesta.
“Questa mozione, presentata da me e dalla collega Lucia Parchitelli – ha dichiarato il consigliere del PD Caracciolo a Moto.it – punta a dare il giusto valore a quello che non è solo un mezzo di trasporto, ma anche un’icona che ha attraversato da protagonista l’evoluzione economica, sociale e culturale del nostro Paese a cavallo tra due secoli. Brevettata il 23 aprile 1946, la Vespa Piaggio è stata esposta nei musei di design di tutto il mondo entrando della collezione permanente al MoMà di New York“.
A certificare l’essenza della Vespa nel tessuto sociale c’è la presenza di 597 “Vespa Club” sul territorio italiano cui ne vanno aggiunti 40 sparsi in tutto il mondo con un totale di oltre 40mila soci. La consacrazione ora è definitiva.
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