E’ il sogno di tutti i ragazzi che vorrebbero fare della propria passione anche un lavoro. Il percorso verso la classe regina non sempre è lineare.
Immaginate un lavoro in cui in tutto il mondo concorrono milioni di persone, ma ci arrivano solo in 22. La griglia della MotoGP rappresenta il meglio del meglio in termini di talento e performance. Le squadre, infatti, sono 12, di cui sole 5 ufficiali. La Ducati è l’unica squadra a poter vantare 3 team satelliti. La risposta è scontata e verte intorno alle performance da brividi delle Desmosedici.
Se correre in MotoGP è già difficilissimo, strappare un contratto con la casa produttrice più ambita del Paddock è una mission, praticamente, impossibile senza il talento e gli agganci giusti. Arrivare nell’Olimpo della MotoGP richiede delle skill di base che non si possono comprare. La domanda vera è: piloti si nasce o si diventa? Probabilmente è un percorso che è già insito nel DNA di ciascun ragazzo. La velocità, spesso, è innata.
La tecnica poi può essere affinata con il tempo. L’esperienza fa tanto, ma senza una buona dose di innata maestria in sella ad una moto non basteranno i patrimoni milionari a sostenere una carriera. Il percorso, spinto spesso da genitori appassionati di Motorsport, parte dalle minimoto. Quasi tutti i più grandi interpreti delle due ruote hanno avuto la possibilità di cominciare da bambini. Vi sono state eccezioni, come Max Biaggi, che da maggiorenni hanno scoperto il loro talento, ma oggi il livello è così alto che prima si incomincia ad andare in moto e prima si accede alle competizioni che contano. Ecco dove vedere gli appuntamenti della top class gratis.
Dopo aver cominciato a vincere a livello nazionale i giovanissimi rider hanno la possibilità di confrontarsi nel Red Bull MotoGP Rookies Cup. Nel tempo questa sfida tra giovani rider è diventata determinante per accedere al Motomondiale. Chi vince, solitamente, o ottiene risultati di spessore in questa sfida trova la possibilità di strappare un bel contratto con un buon team di Moto3. La sfida è organizzata in modo tale che tutti i rider combattano a parità di moto.
La sfida sponsorizzata dalla Red Bull consente anche a quei ragazzi che non hanno particolari risorse economiche di emergere. Un esempio lampante è stato Pedro Acosta. Figlio di pescatori, nonostante le umili origini, il nativo di Murcia ha fatto faville nelle categorie minori sino ad arrivare alla sella di una MotoGP a soli 20 anni. Sognare è lecito, ma occorre anche comprendere che la passione non basta.
Si tratta di un impegno serissimo. Da ragazzini vi deve già essere la convinzione di poter fare la differenza in pista. Questo richiede una abnegazione massima, condita da una maturità straordinaria. Il tempo libero è legato alla preparazione fisica e alle trasferte. La versatilità rappresenta un altro snodo essenziale. Occorre allenarsi anche in sella a mountain bike, downhill, motocross, motard e tanto altro.
I piloti sono seguiti da personal trainer e devono rispettare una alimentazione specifica. Diversi rider della classe regina si allenano in palestra, sullo sterrato o in biciletta per affinare tecniche diverse. Tra i 10 e i 15 anni ciascun rider che ambisce ad arrivare in futuro in MotoGP deve girare in pista più possibile. Tutto questo ha dei costi anche per le famiglie molto sostenute. Salvo dimostrazioni immediate di talento sopraffino, meglio riflettere, attentamente, se la spesa vale l’impresa.
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