La Haas ha fatto il proprio debutto nel 2016, ed ha sempre montato le stesse power unit. Ecco tutti i dettagli.
L’inverno vissuto in casa Haas non è di certo stato uno dei più tranquilli di sempre, visto che è avvenuto un vero e proprio terremoto interno alla squadra. Al team principal Gunther Steiner non è stato rinnovato il contratto, con il patron Gene Haas che ha deciso di rimpiazzarlo alla guida della squadra statunitense.
Al suo posto è stato promosso l’ingegner Ayao Komatsu, da anni al muretto box del team al fianco di Steiner, e che ora ne ha raccolto l’eredità. C’è da dire che, rispetto alle previsioni, l’inizio di stagione non è stato affatto pessimo, con Nico Hulkenberg che ha ottenuto un punto a Jeddah chiudendo decimo, dopo aver ottenuto anche l’accesso in Q3 in Bahrain. Secondo quanto si era detto durante l’inverno, la VF-24 sarebbe dovuta essere il fanalino di coda, ma le prime gare hanno smentito tutto ciò.
Per chi non ne fosse a conoscenza, la Haas è l’unico team in F1 a non aver mai ottenuto un podio, e considerando che corre ormai dal 2016, non si può di certo parlare di un’esperienza troppo positiva sino a questo momento. Forse, anche per questo il posto di Steiner è saltato, e sarà molto curioso vedere come si evolveranno le cose con Komatsu al vertice. Nelle prossime righe, andremo a vedere chi si occupa di fornire la power unit a questa squadra.
Haas, ecco chi le fornisce le power unit
La Haas è entrato come nuovo team in F1 nel 2016, con Romain Grosjean ed Esteban Gutierrez come coppia di piloti. Il francese ottenne subito un fantastico sesto posto al GP di debutto in Australia, lasciando presagire un’ascesa della squadra americana, che poi non si è verificata. Sin dall’esordio nel Circus, la compagine statunitense ha sempre montato le power unit Ferrari, con la quale c’è stata una grande sinergia.
Quasi in tutte le stagioni, infatti, la Haas ha schierato monoposto chiaramente ispirate alle Ferrari dell’anno precedente, a volte con buoni risultati, altre con dei veri e propri disastri. Il 2018 è stato l’anno migliore per questa squadra, con un ottimo quinto posto ottenuto nel mondiale costruttori, alle spalle di team ufficiali come Mercedes, Ferrari, Red Bull e Renault.
Proprio quando sembrava essere arrivato il momento giusto per spiccare il volo, sono arrivate tre stagioni pessime, culminate in un 2021 da incubo, chiuso all’ultimo posto tra i costruttori e senza neanche un punto conquistato.
Buono il 2022, con diversi punti ottenuti e la prima pole position della storia, portata a casa in Brasile da Kevin Magnussen, in condizioni rocambolesche. In un team con poco budget e nel quale aleggiano tanti dubbi, la partnership con la Ferrari e la fornitura dei motori di Maranello sono le uniche certezze, nella speranza che il nuovo corso guidato da Ayao Komatsu possa portare a risultati di livello. A questo punto, non possiamo far altro che augurare buona fortuna a questa squadra in vista di un futuro migliore.