Una monoposto di Formula 1 e un prototipo della MotoGP hanno in comune la ricerca delle tecnologie estreme. Ecco le accelerazioni a quanto arrivano.
Per i piloti di due e quattro ruote, rispettivamente, Formula 1 e MotoGP rappresentano il meglio del meglio. Sul piano della sfida sono le due categorie regine del Motorsport. Il fascino della classe regina del Motomondiale possiamo affermare che sia piuttosto recente. Con l’avvento di Valentino Rossi l’allora classe 500, poi divenuta MotoGP, è diventata famosa in ogni angolo della terra.
Il Dottore, infatti, è stato il faro di una categoria che è cresciuta sulle rivalità con Max Biaggi, Casey Stoner, Jorge Lorenzo e Marc Marquez. Il 9 volte iridato ha stravolto, completamente, i paradigmi della classe regina. Oggi le MotoGP hanno avuto una evoluzione clamorosa rispetto agli anni d’oro di Rossi. La Ducati domina la scena, grazie ad innovazioni tecniche di altissimo spessore, nate nelle factory emiliane.
Il Deus ex Machina della classe regina è l’ing. Luigi Dall’Igna. Le monoposto di F1, invece, hanno avuto una forte evoluzione negli ultimi 2 anni. La rivoluzione ibrida è arrivata nel 2014. Le auto ad effetto suolo sono tornate in auge con gli stessi motori della precedente gen di vetture. I piloti avrebbero dovuto tornare protagonisti, ma in realtà sono sempre le auto a determinare il successo.
Oggi i mezzi sono più importanti dei manici. Basterebbero questo a far venire degli interrogativi ai fan. Del resto al volante di una Red Bull Racing motorizzata Honda vincerebbero in tanti, mentre non si può dire lo stesso per quanto concerne la Ferrari attuale. Il talento non basta più e lo stesso si può affermare in MotoGP dove i ducatisti fanno la voce grossa.
I motori ibridi delle moderne Formula 1 sono di una complessità inaudita. Dal 2026 cambieranno ancora, puntando sulla tecnologia elettrica. Le Power Unit V6 delle attuali auto di Formula 1 rimarranno congelate, non permettendo ai team di apportare delle modifiche.
Il peso delle auto ad effetto suolo è di 798kg, pilota incluso, mentre una MotoGP pesa appena 157 kg. In Formula 1 le wing car presentano circa 1000 CV. In MotoGP il rapporto peso / potenza è ancora più accentuato. Un totale di 227 kg per potenze ormai prossime ai 300 CV. L’aerodinamica ha stravolto, concettualmente, le carene, portando le velocità a livelli inauditi. Ecco come funziona il nuovo sistema di punteggio della classe regina.
L’ex pilota della Ducati del team Pramac, Johan Zarco, ha raggiunto i 363.6 km/h, mentre il primato per la F1 è di Valtteri Bottas con 372.5 km/h in gara e 378 km/h in prova. Da 0 a 100 km/h i risultati sono più o meno sullo stesso livello, con una copertura in circa 2,5 secondi. Da 0 a 200 km/h sono più veloci le moto di circa mezzo secondo, mentre da 0 a 300 km/h fanno la differenza le monoposto di F1 di circa un secondo.
Se sul dritto le punte sono impressionati per entrambi i mezzi, le differenze di velocità sono sensibili in curva, a vantaggio delle Formula 1. Portare al limite questi mezzi è, davvero, difficile. Purtroppo lo spettacolo è diventato scontato in pista perché a vincere, da anni, è sempre lo stesso team e il medesimo pilota.
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