Le auto ad effetto suolo sono un concentrato di tecnologia estrema. Possono arrivare a velocità supersoniche, grazie ad una cavalleria impressionante.
Il campionato 2024 ha rimesso in primo piano il gioiello creato da Adrian Newey. Quest’ultimo non a caso è il progettista numero 1 del circus. Ha creato dei bolidi che hanno reso campioni del mondo Sebastian Vettel e Max Verstappen. I due piloti hanno avuto in dote vetture imbattibili in due epoche diverse. Se sul piano telaistico vanno attribuiti i meriti al gruppo di tecnici di Milton Keynes guidati dal tecnico inglese, il discorso cambia per quanto concerne i motori.
La potenza delle vetture RB è dettata dal lavoro dei tecnici giapponesi della Honda. Le Power Unit ibride sono state lanciate nel 2014. Prima della motorizzazioni turbo-ibride, i piloti correvano su vetture con motori V8 aspirati dal 2006 al 2013, mentre, dagli anni ‘90 al 2005, il circus vantava dei V10. Bei tempi se rapportati a quelli attuali. Nel giro qualche decennio si è passati dai V12 alle prossime Power Uniti che saranno caratterizzata da una parte ancora più elettrica.
Di sicuro le pressioni politiche e le dinamiche legate all’industria dell’Automotive hanno spinto i vertici ad accettare questo compromesso. Un sound diverso e meno acuto non fa rima con prestazioni meno elevate. Il 2026 sarà un anno zero con la conferma delle monoposto ad effetto suolo che hanno delle forme piuttosto elevate, anche per ospitare i propulsori attuali e l’intero carico di benzina.
Le gare di un tempo erano più spettacolari perché si correva al limite dal primo all’ultimo giro, grazie ai rifornimenti di carburante. Oggi, invece, i piloti partono con il pieno di benzina e per gestirlo nell’arco della sfida.
Di conseguenze, senza strategie differenziate, è diventata una Formula 1 a risparmio, sia di benzina che di gomme. Il nuovo regolamento ha portato a GP piuttosto monotoni e scontati. Dal 2014 al 2021 ha dominato la Mercedes, lasciando solo a Max Verstappen la gioia di un riconoscimento iridato. Nelle ultime tre annate la Red Bull Racing ha acquisito un vantaggio tale che non pare pareggiabile.
I cavalli di una monoposto di F1
Le F1 attuali raggiungono dei picchi impressionanti, i più alti della storia della massima categoria del Motorsport. Per di più i problemi di affidabilità si sono ridotti all’osso. Si tende a coprire 6-7 GP con un’unica Power Unit per limitare le spese. Tutto questo non ha portato ad un limite di performance dei piloti in pista che in termini di velocità pura possono volare. L’impero RB con Verstappen, del resto, parla chiaro.
Le PU delle F1 attuali sono costituite da un gruppo di elementi, ovvero l’MGU-K, l’MGU-H che non sarà più presente dal 2026, il turbocompressore, le batterie, la centralina, ed il cosiddetto ICE, vale a dire il motore a combustione interna. Non è chiarissimo il numero dei cavalli che sprigionano le monoposto. I rumor parlano di 1035 CV, ma l’unica certezza che superano i 1000 CV, sommando la parte termica a quella elettrica. Dati che lasciano i fan a bocca aperta ma tanto dovrebbe essere fatto per raggiungere degli obiettivi di equità in griglia. Per Ferrari, Mercedes, McLaren e tutti gli altri top team non c’è speranza di una vera e propria lotta con il numero 1.