La MotoGP sta cambiando forma ma la sostanza rimane sempre la stessa, almeno per ora. Ecco la soluzione che è passata inosservata e segnerà il futuro della classe regina.
Il successo di Jorge Martinez nella prima Sprint Race e di Pecco Bagnaia nel Gran Premio del Qatar, tappa introduttiva del campionato di MotoGP 2024, ha messo in secondo piano una novità tecnica che avrebbe dovuto stravolgere gli equilibri della griglia. Per la prima volta in top class i centauri usavano il 40% di combustibili non fossili.
Con la spinta green dettata dal fatto che il mondo intero sta andando nella direzione di una catastrofe ecologica che richiede anche uno stravolgimento sul piano tecnico dei motori della classe regina, è stata presa una scelta determinante. Il modo migliore per non inquinare sarebbe non organizzare neanche più un evento di Motorsport perché persino in MotoE vi sono degli impatti collaterali che vanno a intaccare la sostenibilità generale.
Viviamo in una società capitalistica dove tutti hanno dei conti da pagare e per il bene del pianeta vanno fatte delle azioni per non aggravare, ulteriormente, i problemi. Al di là degli eventi legati al Motorsport ci sono oltre 1,5 miliardi di mezzi in circolazione nel mondo e le sfide tra i centauri della MotoGP rappresentano solo una goccia in un oceano. In Formula 1 hanno deciso di introdurre i carburanti sostenibili al 100% dal 2026, mentre la classe regina del Motomondiale punta allo stesso identico risultato entro il 2027.
Si tratterà di carburanti ideati in laboratori con componenti che nascono con un sistema di cattura del carbonio costituito da rifiuti urbani e biomasse non alimentari. Per ora i prototipi della classe regina corrono con il 40% di carburanti non fossili. In un’epoca dove le concentrazioni di massa sull’ecologia sono tutte proiettate alle soluzioni elettriche, i nuovi carburanti potrebbero rappresentare una panacea a tanti mali che stanno aggravando l’ecologia del pianeta.
L’industria delle moto e delle auto si muove in due direzioni analoghe, sebbene il mondo delle due ruote viaggi ancora ad una velocità differente. I produttori dovranno muoversi in una direzione che sia vantaggiosa e che possa coinvolgere, positivamente, anche gli attori protagonisti della top class. Le MotoGP sono dei prototipi nati solo per lo spettacolo in pista.
Il passaggio ai carburanti sostenibili al 100% rappresenterà un cambiamento epocale. L’obiettivo è quello di abbassare il budget e tutti i costi relativi all’investimento sulle MotoGP e per farlo occorrerà la collaborazione tra diversi costruttori che agiranno con partner di sponsorizzazione per team satelliti. Le squadre si sono trovate a gestire una condizione nuova che per ora non ha portato a stravolgimenti. Per i fornitori rappresenterà una sfida importante che funzioni anche in chiave prodotto stradale.
Il passaggio ai carburanti al 100% sostenibili nel 2027 porterà anche a stravolgimenti tecnici tanto attesi che, in teoria, dovrebbero rimescolare gli equilibri sbilanciati dell’attuale griglia della top class.
Oltre alla classe regina anche le categorie Moto2 e Moto3 andranno nella medesima direzione, ricevendo i nuovi prodotti dal gigante petrolifero malese Petronas. La MotoGP vuole lasciare un segno nel mondo, creando un impatto più basso sulla sostenibilità di ogni tappa del calendario.
“Quando abbiamo preso in considerazione i carburanti non fossili, ci siamo resi conto che il 100% non fossile potrebbe comportare alcuni problemi che potrebbero richiedere più tempo per essere risolti. Potrebbe essere necessario apportare alcune modifiche al motore – ha spiegato il Chief Technology Officer di Dorna Cecchinelli, in una intervista a Motorsport.com – anche se si tratta solo di materiali, guarnizioni e tutto il resto“.
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