Il brand italiano, da anni, non è più nelle mani della storica famiglia Agusta. La sua storia mette ancora i brividi.
Domenico Agusta era nato in Sicilia, il 28 febbraio del 1907, ma venne cresciuto al nord perché suo padre Giovanni aveva la passione per gli aeroplani. L’aviazione italiana si andò a collocare nella brughiera di Malpensa, nel triangolo fra Milano, Novara e Varese, dove nel 1919 Giovanni Agusta si trasferì per inseguire il suo sogno.
L’idea di costruire aeroplani rientrava nelle idee del capostipite della famiglia Agusta. Domenico, il primogenito, ed anche gli altri tre fratelli, Vincenzo, Mario e Corrado vennero cresciuti in questo ambiente legato all’aviazione. La casa degli Agusta era impregnata dell’animo costruttivo del padre. In quell’area lombarda iniziarono a decollare ed atterrare aeroplani come una portaerei su terra. Gli spazi della casa sapevano di benzina, olio e in un sodalizio tra padre e figli nacquero mezzo di assoluto spessore.
Tutti i fratelli impararono a pilotare aerei per poi andare a combattere al fronte. L’obiettivo del padre era creare aeromobili che non avessero particolari problemi tecnici. Nacque da questa esigenza la straordinaria affidabilità dei motori di casa Agusta. La solidità degli aerei venne trasmessa anche sui primi modelli di moto. Dopo la morte del padre nel 1927 Domenico assunse la responsabilità dell’azienda insieme a sua madre. Date una occhiata anche alla storia della Moto Guzzi.
Con il calo produttivo di aerei, nell’era post bellica, la famiglia si focalizzò sulla progettazione di motociclette. Nel 1945 nacque la Meccanica Verghera, ma già due anni prima era stata elaborata una motoleggera a due tempi di 98 cc, la prima ad essere prodotta in serie. Fu un successo che spinse Domenico verso una concentrazione totale per le due ruote e la partecipazione alle gare più importanti al mondo.
Nei primi 20 anni di produzione, dalla 125 bialbero alla 500 cc quattro cilindri del 1950, dalle 250 alle 350, le MV Agusta erano irrefrenabili in pista. I migliori piloti dell’epoca, quali Taveri, Graham, Bandirola, Masetti, Ubbiali, Provini, Surtees, Hailwood, Agostini, Bergamonti portarono al successo le moto italiane. Pensate che Pecco Bagnaia, a distanza di 50 anni, ha riportato da italiano una moto italiana sul tetto del mondo. Il ducatista ha eguagliato un primato che apparteneva proprio ad Ago in sella alla MV.
La storia MV Agusta è impregnata dei successi nel motociclismo, avendo ottenuto ben 75 titoli mondiali tra il 1952 ed il 1974, 38 tra i piloti e 37 tra i costruttori. Il brand italiano aveva una media di oltre 3 titoli vinti ad annata. La MV Agusta è stata di proprietà della famiglia Agusta sino al 1977, quando avvenne il primo passaggio di consegne. Sino al 2008 la Cagiva si è occupata della produzione dei capolavori, come la F4 che vedete in alto. In seguito è arrivata la Harley Davidson a prelevare il marchio per un paio di anni.
Dal 2010 ad oggi a comandare il brand è il potente gruppo KTM. L’azienda austriaca controllata di Pierer Mobility, assieme a Husqvarna e GasGas, ha acquisito il 50,1% di MV e la gestione industriale e, Hubert Trunkenpolz ha assuto il ruolo di CEO e presidente del consiglio di amministrazione. Il brand di Mattighofen potrebbe portare, dopo la GasGas, anche l’MV in MotoGP, ridandole lustro. Dovrebbe avere a disposizione un secondo team satellite per far risognare i fan del marchio italiano.
Cosa guida Valentino Rossi lontano dalle piste? Un modello che riflette il suo lato più…
Gli accessori per motociclisti più utilizzati in Italia riflettono un mix di sicurezza, comfort e…
Yamaha T-Max e Honda SH si contendono il mercato degli scooter, ma qual è il…
Matteo Salvini e la passione che non ha mai nascosto al pubblico: un lato meno…
Le novità di EICMA 2024 celebrano il meglio del motociclismo: modelli iconici, innovazioni elettriche e…
Un viaggio nei record di Marc Marquez in MotoGP, dalle sue vittorie ai primati che…