Piloti si nasce, ma campioni si diventa. Per farsi strada nell’automobilismo vi sono dei percorsi obbligati da seguire.
Il metodo perfetto non esiste, ma di sicuro la Red Bull Racing ha insegnato al mondo come si allevano dei campioni del mondo. Vi sono cose che sono cambiate col tempo e altre che sono rimaste fedeli sin dal primo giorno che un uomo si è calato nell’abitacolo di una monoposto. Per farsi strada nelle primissime fasi, nel mondo dei kart, occorre essere dotati di un talento naturale.
La velocità è insita in ogni pilota che riesce a fare di questa passione un lavoro ben retribuito. A fare la differenza, a volte, sono dei dettagli. I campioni hanno un obiettivo nella testa e non lo mollano finché non lo raggiungono. In tantissimi, una volta guadagnata la massima categoria del Motorsport, iniziano a perdere quella motivazione che serve per eccellere. Il percorso che porta alla F1 inizia sin da bambini, nei testa a testa sui kart.
Oggi la struttura della FIA è piuttosto lineare. Si incomincia nel mondo delle ruote scoperte. Nel luglio del 2021 la FIA ha presentato le nuove monoposto di Formula 4, dotate di sistemi di sicurezza, come l’halo, che un tempo era utopia persino sulle Formula 1. Hanno debuttato nel 2022 del Campionato di Formula 4 degli Emirati Arabi Uniti per poi essere lanciate nei campionati di Formula 4 sparsi per il mondo. Una volta che un giovane ha dimostrato il suo talento a bordo di queste vetture è chiamato al passaggio in Formula 3.
In questa categoria già la quantità di ragazzi con inclinazioni da numeri 1 è alta. C’è chi, proprio in questa sfida, ha dimostrato di essere così forte da ricevere la chiamata direttamente nella massima categoria del Motorsport. Max Verstappen, infatti, non ha preso parte a nessun campionato propedeutico alla F1, perché già in F3 aveva impressionato. L’olandese ha esordito in F1 nel 2015 al volante della Toro Rosso, per poi essere promosso nella Red Bull Racing al posto del pilota russo Daniil Kvjat a metà 2016.
F1, la salita nell’Olimpo
I migliori talenti della F3, solitamente, già finiscono sotto contratto con le squadre di vertice del Motorsport. C’è una vera e propria corsa per inserire i top driver delle nuove generazioni nelle Academy. Lo dicono i numeri che in materia di giovani i più capaci sono stati gli uomini della Red Bull Racing, capitanati da Helmut Marko. Al di là delle critiche mosse al consigliere austriaco per i suoi metodi audaci, ad oggi il percorso che porta allo Junior Team della RB Racing rimane il più proficuo.
Il quattro volte iridato Sebastian Vettel e il tre volte campione del mondo Max Verstappen, in fasi diverse della F1, hanno avuto la capacità di issarsi sul tetto del mondo, partendo dalla Toro Rosso. La Ferrari ha tra le sue file un ex talento della scuola RB, ovvero Carlos Sainz. Charles Leclerc, invece, è cresciuto nell’Academy della Ferrari. Per tutti questi motivi il metodo migliore è quello di essere inserito in una Academy di un top team.
La storia di Oliver Bearman docet. Il talentino inglese della Rossa, alla prima occasione utile per la sostituzione di Sainz, ha dimostrato di saperci fare anche nell’abitacolo di una F1. Piastri è stato l’oggetto del contendere, tra Alpine e McLaren, avendo vinto tutto nelle categorie minori. Per arrivare in alto ci vogliono tante caratteristiche. Oltre alla testa, ai polsi e due piedi magici, occorre tanta maturità per resistere, sin da bambino, alle pressioni di un ambiente spietato.