In F1 il rifornimento in gara è vietato da ormai diversi anni, ed ora proveremo a capire il perché di questa scelta discussa.
L’epoca dei rifornimenti in F1 è finita ormai da diverso tempo, ed è un vero peccato considerando che questi erano garanzia di grande spettacolo e di maggiori differenziazioni in termini strategici. L’introduzione dei rifornimenti in gara avvenne nel 1993, quando avevamo a che fare con un Circus ben diverso da quello di oggi, ma nel quale si stava già puntando a creare più spettacolo inserendo nuove variabili.
C’è da dire che essi hanno aggiunto molto show, ed hanno dato vita a delle gare molto emozionanti. La Ferrari ha costruito il proprio dominio su tattiche azzeccate nel dosaggio dei pit-stop, con alcuni capolavori strategici firmati da Michael Schumacher e Ross Brawn, come ad esempio il GP di Ungheria del 1998, vinto battendo le più veloci McLaren grazie a stint brevi e con poco carburante a bordo.
Come non ricordare anche il GP del Giappone dell’8 di ottobre del 2000, quello in cui Schumacher riuscì a battere Mika Hakkinen fermandosi più tardi, andando così a vincere il mondiale piloti. Tuttavia, oggi i rifornimenti non esistono più da ben 15 anni, e vennero eliminati per dei motivi legati alla sicurezza. Andiamo a vedere cosa avvenne ormai tanto tempo fa.
Il rabbocco di carburante ai box ha fatto parte della F1 per ben 17 stagioni, dal 1993 al 2009. Dal 2010 in avanti, le monoposto vennero modificate ed allungate, andando ad ospitare un serbatoio maggiore, in modo da permettere ai piloti di correre tutta la gara senza rifornire, ospitando all’incirca 100 kg di benzina a bordo. Ma per quale motivo la FIA ha deciso di eliminare questa variabile? La risposta è nella sicurezza.
Alcuni episodi, nel corso degli anni, fecero sorgere dei dubbi sull’effettiva bontà dei rifornimenti, il primo dei quali si verificò nel 1994. Ai box della Benetton, la vettura di Jos Verstappen prese fuoco ad Hockenheim, a causa della perdita di alcune gocce di benzina, che finirono a contatto con il cofano motore, che era bollente. Una cosa simile avvenne nel 2003 in Austria, con Michael Schumacher protagonista, anche se fu un incendio di minore entità.
In seguito, ci furono altri episodi che portarono all’addio ai rifornimenti in F1, relativi al triennio 2007-2009. Nel 2007, al GP di Francia, la Spyker di Christijan Albers ripartì dai box con il bocchettone attaccato, a causa di un errore del pilota olandese che lasciò la piazzola troppo in fretta, ferendo alcuni meccanici. La stessa cosa capitò l’anno dopo a Valencia alla Ferrari di Kimi Raikkonen, ed anche a Felipe Massa a Singapore, anche se in quest’ultimo caso, la colpa non fu del brasiliano ma di un errore del semaforo.
Un fatto analogo avvenne anche nel 2009, al Gran Premio del Brasile, con la McLaren di Heikki Kovalainen come protagonista. A quel punto, la FIA decise di stoppare del tutto i rifornimenti, e vista l’attenzione che c’è al giorno d’oggi sul tema della sicurezza, è impossibile pensare che si possa ritornare mai indietro.
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