Nel post pandemia avevano registrato un boom di vendite, ma adesso nessuno le vuole più. Ecco cosa salverà il settore.
Dopo il Covid sembrava che tutti avremmo abbandonato l’auto e i mezzi pubblici, treni compresi, per convertirci alla due ruote. La paura di infettarsi, effettivamente, aveva cambiato l’approccio agli spostamenti, per cui si preferiva muoversi in solitario piuttosto che accalcarsi in mezzo alla gente. A qualche anno di distanza da quella situazione però, le cose sono cambiate. Pian piano il trasporto collettivo è tornato ad affollarsi e anche le macchine hanno ripreso a vendere sebbene non più come prima.
Alla luce di questi dati di fatto, quelli di segno opposto certo non stupiscono. Ecco dunque che se il mercato di cui andremo a parlare è più florido di quanto non fosse fino al 2019, il 2023, almeno in Italia ha vissuto un vistoso calo di appeal, pari al 23%.
Dimenticati i rischi pandemici e andati in archivio gli incentivi statali, le biciclette muscolari sono scese di graduatoria per quanto riguarda i mezzi preferiti dai nostri connazionali, tanto che l’anno passato ne sono state consegnate appena 1,3 milioni. A darne conto è l’Associazione Ciclo Motociclo Accessori in occasione degli Emoving Days, evento svoltosi a Milano.
Niente più bici allora? Ni, perché se guardiamo il commercio delle e-bike sta registrando un +40% rispetto al 2019. Ma anche qui le notizie non sono particolarmente positive. Infatti l’annata passata solo 273mila persone ne hanno comprata una, il 19% in meno di dodici mesi prima. L’unico conforto arriva da quelle a pedalata assistita, oggi ad una quota del 25% sul totale dei pezzi distribuiti e riferimento del settore per il futuro.
Nonostante il volume d’affari si sia fermato a 2,6 miliardi di euro contro i 3,2 miliardi di euro del 2022, il +24% fa ben sperare per l’avvenire del comparto. Per quanto riguarda la tipologia di biciclette più amate, il 50% dei pezzi venduti sono state e-city, il 45% MTB, il 4% e-corsa o gravel, mentre le cargo si sono fermate all1%.
Si incrina anche l’italianità della produzione, basti pensare che solamente 2 milioni di due ruote attualmente disponibili è stata costruita nello Stivale, con un -29% per quanto concerne le bici muscolari e un -23% per quelle elettriche. Positivo invece è il dato relativo alle esportazioni.
Stando alla previsioni i margini di crescita nell’ambito delle bici a pedalata assistita sarebbero comunque elevati, tanto che appunto si ipotizzano 10 milioni di unità distribuite tra il 2028 e il 2030, tuttavia un aspetto starebbe preoccupando i vertici ANCMA, ovvero l‘assenza di un prodotto che coniughi la possibilità di raggiungere tutta l’utenza senza però compromettere la qualità.
Per invogliare gli italiani ad avvicinarsi a questa tipologia di biciclette è stata appena lanciata una campagna di comunicazione sostenuta dallo slogan “ora pedala”.
“E’ il momento di passare dagli incentivi all’acquisto, a quelli all’utilizzo“, le parole del presidente dell’Associazione Mariano Roman riportate dal sito Due Ruote e dirette al Governo Meloni. “Chiediamo quindi un intervento deciso sulla promozione della cultura di questo mezzo e un’infrastrutturazione ciclabile più consona”.
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