L’inizio di stagione di Franco Morbidelli è stato da incubo. Ha confessato cosa non funziona in sella alla Desmosedici GP24.
L’ultima grande chiamata in sella ad una moto di spessore in MotoGP è cominciata nel peggiore dei modi per Franco Morbidelli. Il suo teammate, Jorge Martin, sta dominando la classifica con 60 punti e un ruolino di marcia da mondiale, mentre il romano non ha nemmeno conquistato 1 punticino. Stavolta di mezzo non c’è nessun problema fisico o rovinosa caduta.
Franco Morbidelli è già sulla graticola. Dopo aver impressionato nel team satellite della Yamaha, nel team factory non ha ottenuto risultati di spessore. Non è mai andato oltre un quarto posto e, soltanto grazie ai buoni agganci con Valentino Rossi, è arrivata la grande chiamata nel team Pramac. Le GP24 sono le moto più ambite della griglia della classe regina. Il romano la meritava dopo 3 anni da dimenticare? Con l’onesta intellettuale che lo caratterizza, forse, persino Morbido affermerebbe che è stato un regalo inaspettato. In Yamaha è stata presa una decisione inaspettata.
Il passaggio di Johann Zarco in Honda gli ha spalancato le porte della squadra che, nella precedente graduatoria dei team, ha concluso al primo posto davanti persino alla squadra ufficiale della casa di Borgo Panigale. Il crash di Portogallo alla vigilia della stagione non ha aiutato, ma nonostante lo spavento, il romano si è potuto presentare ai nastri di partenza della prima tappa. Sempre fuori dalla zona punti Franco ha fatto già sorgere dei dubbi nella dirigenza del team Pramac.
La squadra avrebbe potuto tesserare Marc Marquez o affidare una GP24 ad un pilota diverso. Morbidelli è legato da un contratto annuale e, salvo miracolosi recuperi, rischia di perdere la sella nel 2025. Per lui si potrebbero aprire degli spiragli solo in team minori con modeste ambizioni. Eppure nel 2020 l’ex rider della Yamaha aveva dimostrato di avere dei numeri di altissimo profilo. Sfiorò il riconoscimento iridato in MotoGP, vincendo più tappe rispetto a Joan Mir, iridato con Suzuki nell’anno dell’incidente alla spalla destra di Marc Marquez.
Giunto in Ducati con l’illusione di poter tornare a lottare nelle posizioni di vertice, il ventinovenne si è già reso conto di un problema che lo sta affliggendo nelle prime uscite. Due diciottesime posizioni nelle prime due domeniche in sella ad una GP24 rappresentano un disastro totale. E’ l’unico dei ducatisti ad essere ancora fermo a zero punti.
“Quello che mi manca ora sulla moto è la conoscenza e la libertà di fare le cose d’istinto – ha affermato il rider del team Pramac a Motorsport.com – Devo pensare troppo a come inserire i dispositivi, sul livello delle marce, che è diverso da quello a cui ero abituato. Sto pensando troppo alle cose e non mi concentro sulla guida massimizzandola. Ma è ciò che succede quando non si hanno chilometri sulle spalle. Ci manca questo”.
Non ha affrontato i test prestagionali, ma ha pur sempre sotto il serbatoio il miglior potere della griglia. “Mi sento bene con questa moto, molto bene. Se guardiamo il ritmo anche in gara, guidando senza libertà e pensando a troppe cose, era comunque buono e sarebbe stato sufficiente per fare sesto o settimo. Questo è l’aspetto che colpisce di più e sono stato impressionato da ciò. Mi sento molto bene con il pacchetto e sento che ha tanto potenziale. È questione di abituarsi il più possibile a stare sulla moto e nel minor tempo possibile per trarre il massimo potenziale dalla moto, cosa che ancora non sto facendo“, ha chiosato l’ex rider della Yamaha.
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