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Chi realizza oggi i motori Ducati? Ecco tutta la verità

L’Italia è un paese fondato sul motociclo. L’azienda italiana motociclistica Ducati, tra le più famose al mondo, ha una storia antichissima.

Il brand nacque nel 1926 per volontà dell’ingegnere Antonio Cavalieri Ducati, con il nome di Società Scientifica Radiobrevetti Ducati (SSR Ducati), focalizzata nella ricerca e produzione di tecnologie per le comunicazioni radio. L’obiettivo era quello di usare i brevetti del figlio Adriano per un mercato emergente. Quest’ultimo, Bruno e Marcello Cavalieri Ducati cominciarono da un condensatore denominato “Manens”, nello scantinato di un edificio di Bologna.

Ducati (ANSA) – Motomondiale.it

Nel 1935 iniziarono i lavori per la costruzione dello stabilimento dove hanno attualmente sede la Ducati Motor Holding Spa e la Ducati Energia Spa. Le lavorazioni si ampliarono con la produzione delle prime apparecchiature radiofoniche, antenne radio, i primi sistemi di comunicazione interfonica. Per l’epoca erano strumenti di altissima utilità. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, la casa di Borgo Panigale fu costretta, come tante altre realtà produttive nostrane, a convertire la produzione da uso civile a uso militare.

La fabbrica emiliana fu anche occupata dalle truppe tedesche. In seguito venne bombardata e distrutta il 12 ottobre 1944. Due anni dopo nacque il reparto motociclistico, come ramo dell’azienda principale, allo scopo di differenziare i prodotti. Venne creato il primo motore monocilindrico di 48 cc con cambio a due velocità da associare come propulsore ausiliario ad una normale bicicletta, progettata dall’avv. Aldo Farinelli.

L’evoluzione fu rapida e arrivarono telai progettati dalla Caproni, realizzando un bicimotore venduto in oltre 250.000 unità. Nel 1948 i fratelli Ducati cedettero la proprietà dell’azienda alle partecipazioni statali. Adriano si trasferì negli Stati Uniti. Nel 1954 si registrò, ufficialmente, la scissione dell’azienda in Ducati Meccanica e Ducati Elettrotecnica. La prima branca fabbricava motoveicoli, mentre il secondo ramo d’azienda continuò a realizzare i vecchi prodotti.

I motori della Ducati

Il genio della meccanica, Fabio Taglioni, sviluppò per Ducati, tra il 1954 e il 1984, oltre mille progetti di moto e motori. Fu un pioniere perché molte innovazioni dell’epoca sono arrivate in una chiave moderna ai giorni d’oggi, come il sistema desmodromico, il motore bicilindrico e il telaio a traliccio. A partire dal 1975 la Ducati finì sotto il controllo dello Stato italiano tramite l’EFIM e fu stoppato l’impegno in pista. I fratelli Castiglioni diedero nuovo lustro al brand.

Ducati protagonista in MotoGP (Ansa) Motomondiale.it

In seguito l’azienda passò nelle mani del Texas Pacific Group che acquistò il 51% delle azioni. Dopo poco il Texas Pacific Group acquistò anche il rimanente 49% della Ducati.

Nel 1999 la società cambiò denominazione in Ducati Motor Holding SpA e il fondo texano collocò sul mercato oltre il 65% delle azioni possedute. Nel 2006 il brand Ducati è ritornato in mani italiane con l’acquisto da parte di Investindustrial Holdings, una finanziaria in mano a Bonomi.

Nel 2012 il marchio automobilistico Audi acquistò la Ducati. La casa di Ingolstadt, controllata dal potente Gruppo Volkswagen, raggiunse l’accordo per comprare il brand bolognese di motociclette dal fondo Investindustrial per un prezzo di circa 860 milioni di euro, oltre ai debiti.

La restante è storia contemporanea di un boom senza precedenti. Sei un fan delle vecchie gare di MotoGP? Ecco come rivederle. Il segreto? I motori continuano ad essere prodotti negli stabilimenti di Borgo Panigale da tecnici top.

Davide Russo

Laureato in Giurisprudenza, appassionato delle leggi dei motori. Davide ha iniziato a collaborare con diversi web magazine italiani, spaziando dal Motorsport all’Automotive, con un occhio alle innovazioni e l’altro alle curiosità storiche. Ha un pensiero che è diventato uno stile di vita: “I believe that everyone has a calling, motorsport is my true passion!”.

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