Le moderne auto ad effetto suolo sono dotate di Power Unit ibride con performance clamorose. Ecco quanti km possono coprire.
Le wing car sono state create per rimettere in discussione lo strapotere tecnico della Mercedes nella scorsa era ibrida. Curate nei minimi dettagli le auto ad effetto suolo hanno rispolverato dei concetti antichi in una chiave moderna. Il geniale progettista della Red Bull Racing, Adrian Newey, ha interpretato come nessun altro le nuove regole, inaugurando un nuovo ciclo vittorioso per la RB.
Max Verstappen ha colto l’eredità interna di Sebastian Vettel, avendo vinto quattro titoli mondiali ed avviandosi a grandi passi al quarto riconoscimento. Lewis Hamilton da quando Max ha vinto il suo primo titolo ad Abu Dhabi 2021 non ha più registrato una P1. Una crisi profondissima che sta facendo riflettere gli organizzatori anche sulle regole. La categoria regina del Motorsport è sempre funzionata a cicli, ma mai nessuno aveva dominato come la Red Bull Racing negli ultimi anni.
Fatta eccezione per una sola vittoria di Mercedes, targata Russell, e qualche sporadico successo della Ferrari il drink team si è aggiudicato tutti i GP dal 2022 ad oggi. Nei piani dei vertici la F1 sarebbe dovuta tornare ad essere più competitiva con più team in lizza per la vittoria. L’aerodinamica semplificata delle monoposto avrebbe dovuto garantire un valore aggiunto importante. Per questioni legate alla sicurezza erano state tolte dai circuiti le vecchie wing car 40 anni fa.
Lo spettacolo in pista, però, non si è visto. Nonostante siano il non plus ultra in termini ingegneristici di sorpassi privi di DRS se ne sono visti pochi di qualità. L’effetto venturi, per mezzo del fondo, garantisce una stabilità molto più accentuata. Le monoposto sembrano viaggiare su dei binari. L’auto, proprio come una ventosa, aderisce al suolo con il prosieguo della velocità, rendendo anche difficile vedere manovre fuori dagli schemi. Per di più le PU sono diventate super affidabili. In questo modo vi sono sempre meno variabili nella categoria regina del Motorsport. La Scuderia Ferrari avrebbe manifestato ulteriori problemi in merito ad un particolare. Ecco di cosa si tratta.
L’affidabilità delle Power Unit in F1
Dal 2014 le monoposto di F1 vantano un V6 da 1.600 cc che arriva ad emanare una potenza di 1.000 cavalli. Le Power Unit attuali fatte per durare. Presentano MGU-H e la MGU-K, ossia le parti elettriche della monoposto che rispetto alla precedente gen dei motori aspirati V8 ha generato più di un patema. Ora la Honda domina in partnership con RB, ma in passato il motorista giapponese ha avuto molti problemi di competitività con McLaren.
Le PU attuali possono coprire una distanza massima di circa 2.500 km, senza avere cali di potenza o avarie tecniche. Il Motorsport è cambiato tantissimo dall’epoca in cui con test liberi i team spremevano i motori al massimo nelle varie sessioni. Nei GP, c’erano spesso dei DNF – acronimo di Do Not Finish ossia dei ritiri – per delle fumate bianche dai motori. Tali circostanze si verificano veramente di rado ora e quasi mai per i top team. Ai tempi c’erano ritiri eccellenti anche per Ferrari, Williams e McLaren. I campionati spesso si riaprivano per avarie tecniche. Con 3 motori a stagione le squadre hanno bisogno di trovare una affidabilità perfetta.