La Red Bull sta dominando la scena in questa fase storica della F1, ma Christian Horner evidenzia un guaio. Ecco di cosa si tratta.
Il dominio che la Red Bull ha imposto nell’epoca dell’effetto suolo ha ben pochi eguali nella storia della F1, che è stata comunque caratterizzata da periodi nei quali vinceva sempre la stessa squadra o lo stesso pilota. Tuttavia, raramente si era palesato uno scenario simile, con Max Verstappen che può tranquillamente vincere ogni gara, anche partendo da metà schieramento, con una superiorità che è imbarazzante per gli avversari.
La Ferrari ha sicuramente fatto dei passi da gigante rispetto allo scorso anno, ma se togliamo la doppietta di Melbourne, favorita dal ritiro del tre volte campione del mondo, ci accorgiamo che la Rossa ha accusato un distacco di 20 secondi nelle tappe di Sakhir, Jeddah e Suzuka, non proprio un gap semplice da recuperare.
La sensazione è che con questo ciclo tecnico la Red Bull possa continuare a dominare anche nel 2025, l’ultimo anno di tali regolamenti, prima della rivoluzione che vivremo nel 2026. Ebbene, per il team di Milton Keynes il prossimo sarà l’ultimo anno con le power unit Honda, che poi si sposteranno in Aston Martin, e la speranza della concorrenza è tutta riposta in un flop sui motori che verranno fatti in casa dai campioni del mondo.
Red Bull, ansia per le power unit 2026
La Red Bull ha firmato un accordo con la Ford sul fronte power unit a partire dal 2026, ma non tutto è come sembra. Infatti, la casa di Detroit darà solo un piccolo contributo sulla parte ibrida oltre ad appendere i propri adesivi sulle monoposto del team di Milton Keynes, ma non si occuperà di certo di costruite in tutto e per tutto le unità propulsive.
Questo compito verrà assolto dal reparto Powertrains della squadra di Christian Horner, fondato qualche anno fa e basato sui migliori motoristi strappati alla concorrenza, tra i quali, una gran parte di coloro che avevano reso imbattibile la Mercedes negli anni d’oro degli uomini di Toto Wolff, che ora vivono invece un periodo molto negativo.
In sostanza, la Red Bull produrrà in casa i propri motori, e questo può essere un bel rischio. Di questo è consapevole anche Horner stesso, che ne ha parlato durante un’intervista concessa ad “Autosport“. Il team principal crede che il tempo a disposizione sia molto ristretto per realizzare delle power unit potenti ed affidabili, ma almeno per ora, sono stati raggiunti tutti i target prefissati.
Ecco le sue parole: “Se devo essere onesto, due anni di tempo per mettersi al pari con costruttori che realizzano motori da decenni sono davvero molto pochi, ma al momento, stiamo centrando tutti gli obiettivi che ci siamo prefissati. All’interno della divisione power unit tutto è funzionante ed operativo a pieno regime, dai banchi dinamici alla simulazione. Credo sia ovvio che si tratti di una corsa contro il tempo, la curva di crescita che dobbiamo pareggiare è notevole“.