La Formula 1 è uno sport di soli uomini, ma non è sempre stato così. Le motivazioni non sono legate al maschilismo ma ad altri fattori.
Con la nascita di Academy e competizioni al femminile si è tornati a democratizzare il mondo dell’automobilismo. Smentito il luogo comune sulle donne al volante, le ragioni della mancata partecipazione di almeno una pilotessa è rintracciabile in una serie di condizioni che hanno portato gli uomini ad eccellere.
Lella Lombardi è stata la prima ed unica donna ad aver ottenuto punti in F1. In un’epoca, estremamente, tosta dove fioccavano infortuni e morti al volante, la piemontese strappò una sesta piazza nel 1975 in Spagna. Fu la seconda donna a guidare una monoposto di Formula 1, disputando 12 tappe contro le 3 di Maria Teresa de Filippis, che l’aveva preceduta negli anni ’50. Per assurdo le vetture dell’epoca erano più demanding sul piano fisico.
Oggi le vetture sono imbottite di aiuti alla guida e di elettronica. Susie Wolff, moglie del team principal della Mercedes, girò con la Williams nelle prove libere del GP di Gran Bretagna del 2014. Maria de Villota, figlia dell’ex pilota di Formula 1 Emilio de Villota, nel marzo 2012 era diventata collaudatrice del team Marussia di Formula 1, ma un terribile crash subito durante un test all’aerodromo di Duxford il 3 luglio 2012 aveva posto fine alla sua carriera, a causa della perdita dell’occhio destro per poi morire un anno dopo.
La Formula 1, dunque, è rimasta orfana di un talento femminile. Uno dei problemi principali è legato al numero di posti e alla % altissima di uomini. Nelle classi minori sono, prevalentemente, maschi e per una questione percentuale arrivano i migliori 20 piloti al mondo. Quindi in termini numerici le possibilità per le donne sono molto limitate. Inoltre, sul piano fisico, una donna dovrebbe sopportare uno stress che non è banale.
Le auto ad effetto suolo presentano delle forze G laterali fortissime. Il corpo umano è soggetto a sollecitazioni che, anche in termini di peso, sono differenti tra donne e uomini. Per fortuna tante ragazze si stanno interessando al mondo delle quattro ruote e hanno cominciato carriere nel Motorsport. La volontà di arrivare a competere con i migliori driver al mondo c’è e la Ferrari sta allevando tante pilotesse competitive nella sua Academy.
Le donne più famose nel Motorsport
La mamma di Max Verstappen ha gareggiato ad alti livelli sui kart, pur non arrivando a scalare le gerarchie. Le Iron Dames, nel WEC, corrono in classe GTE AM con una Porsche 911 RSR, ed hanno ottenuto risultati di spessore. Rahel Frey, Sarah Bovy e Michelle Gatting si sono fatte notare in un esercito di maschi.
Dorian Pin, nel team Prema in classe LMP2, ha ottenuto ottimi risultati e ambisce ad un sedile sulla Lamborghini Hypercar per il futuro. Le sfide endurance, per quanto impegnative, sono meno demanding rispetto alla F1. Sentite l’opinione di Valentino Rossi.
Il fallimento della W Series ha portato alla nascita di una nuova categoria dove ci sono tante ragazze promettenti. Grazie alla preparazione nell’Academy è probabile che nuovi volti si affacceranno al mondo della F1.
Sarebbe magnifico se nel circus riuscissero ad emergere nuove eroine come Lella Lombardi. In altri sport, per motivi fisici, c’è una netta separazione tra i sessi. La storia della pilotessa piemontese ci insegna che un confronto cronometrico tra donne e uomini non solo è possibile, ma anche sfidante.