Vi ricordate quando da ragazzini si truccava il motorino? Ebbene c’è una componente che non deve essere mai toccata. Ecco quale.
C’era un’epoca in cui gli adolescenti si divertivano così: ,odificando i propri scooter per renderli più potenti e mettere in scena sfide con i coetanei. Storie di una vita vissuta e passata, che oggi, in un mondo ipertecnologico, sembrano fantascienza. Oggi, nella maggior parte dei casi quando si acquista un veicolo a due ruote, quello rimane, senza possibilità di modificare nulla.
Ma cosa succede su una componente si rompe? E’ possibile sostituirla da sé senza affidarsi ad un’officina, magari facendo riferimento all’aftermarket per spendere un po’ di meno? Adesso, lo vedremo: anticipiamo però che circa la sostituzione di alcune parti specifiche, c’è una certa severità normativa.
Ci riferiamo agli specchietti retrovisori. In vendita ce ne sono di diversi tipi e materiali, dal carbonio, all’alluminio, fino alla plastica, oltre che di forme differenti. Ce n’è dunque per tutti i gusti e volendo un motociclista potrebbe decidere di cambiarli senza una vera e propria esigenza, ma solo per vezzo. Ma cosa dicono le regole a tal proposito?
La norma di riferimento è la direttiva 97/24/CE che si concentra su qualsiasi veicolo a motore. Nello specifico l’Allegato I inserito nel Capitolo IV cita l’obbligatorietà degli specchietti facendo una distinzione tra quelli interni definiti di Categoria I e quelli esterni di Categoria L.
Per ottenere l’omologazione ed essere installato l’elemento deve essere composto da quattro parti: una superficie riflettente la cui curvatura deve garantire la migliore visibilità possibile, un corpo che ne definisca il disegno, un sistema di regolazione rappresentato dal giunto che lo collega all’asta votata a fissare il dispositivo al manubrio, così da renderlo gestibile manualmente e per finire l’asta stessa. Stando alla normativa europea la sezione riflettente deve essere almeno grande 69 centimetri quadrati e se è tonda tra i 94 e i 150 millimetri.
Prima di installare questo strumento basilare per la sicurezza, bisogna avere l’accortezza di controllare che sia presente la lettera “E” impressa che certifichi l’omologazione per la Comunità Europea. Per ottenerla, la componente dovrà essere stata sottoposta a due prove: quella di comportamento all’urto, che ne testa la resistenza e quella di flessione sulla custodia fissata al braccio che verifica che lo specchio non si frantumi e che nel caso i frammenti rimangono aderenti alla parete della custodia. Montare specchietti non omologati significa andare incontro ad una multa che va dagli 87 ai 344 euro. Meglio non correre questo rischio con il fai da te quindi ed affidarsi a dei professionisti!
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