Avete mai visto una Vespa volare? Sembra impossibile a dirsi eppure è fattibile ed è successo. Ecco dove e come.
Simbolo della Dolce Vita italiana e di un periodo glorioso per il nostro Paese la Vespa è uno scooter che più di ogni altro è stato capace di andare oltre alla sua semplice funzione di mezzo di trasporto. Protagonista di film rimasti nella storia e di foto ritraenti importanti gruppi musicali, e sicuramente una delle nostre produzioni più internazionali mai realizzate. Mai però si sarebbe potuto immaginare che un giorno sarebbe stata in grado di volare.
Dire che una vespa si libra nell’aria è qualcosa di scontato, ma pensare che lo possa fare un mezzo su due ruote, lo è decisamente meno, anzi, ha a dir poco dell’impossibile. Eppure in Austria qualcuno ci è riuscito a beneficio dei presenti che, a bocca aperta, hanno assistito all’esibizione Il tentativo si è svolto a Hoehenhart, zona sciistica del distretto Braunau am Inn, nella regione dell’Alta Austria. Come sia avvenuta la prova adesso lo vedremo.
Una Vespa volante, alla scoperta dell’impresa austriaca
A guidare il celebre motorino un noto stuntman locale, tale Guenter Schachermayr, famoso proprio per i suoi primati da Guinness, tutti registrati rigorosamente in sella alla sua Vespa, che lo hanno visto, tra le varie avventure spericolate, gettarsi da un aereo, piuttosto che volare agganciato ad una mongolfiera.
Dopo un periodo di silenzio, il decano delle controfigure è riapparso su una pista da salto con gli sci dell’altezza di 45 metri, per una lunghezza di 200 metri e da lì si lanciato ricadendo sull’erba e non sulla neve. che non è più presente. Vi chiederete come abbia fatto. Semplice. Sotto la sua PK 50 ha fatto fissare due sci della Fischer Olympia, lunghi 240 cm modificati ad hoc con dei cuscinetti a sfera per agevolarne lo scorrimento su fondo asciutto.
La planata è stata effettuata con un sistema di volo Schmiedbauer Skiflyer, simile a quello usato per il trasporto passeggeri e omologato per un massimo di 150 kg. L’azione è avvenuta sotto l’occhio vigile della TUV, ente che si occupa del controllo tecnico del dispositivo, e dello stesso inventore, Alois Wenger. Malgrado l’evidente nervosismo ammesso dallo stesso 46enne, tutto è filato liscio. Il salto è terminato a 198,5 metri proprio all’altezza delle barriere di sicurezza.