Tecnologia digitale e sistemi all’avanguardia. Il colosso giapponese delle motociclette sta prendendo lezioni da Tesla. Ecco l’innovazione.
Nei giorni scorsi era stata avvistata in quel di Palo Alto una Tesla Model 3 con al posto degli specchietti retrovisori delle telecamere iper-sofisticate. La particolarità non stava tanto in questo, quanto nella collocazione anomala degli “occhi” che, ha dato l’abbrivio a dubbi sulla loro funzione. Elon Musk punta a stupire ancora una volta, oppure si è trattato soltanto di un test nell’ottica della realizzazione del tanto atteso e chiacchierato robotaxi? Difficile rispondere senza basi.
Appare al contrario certo che, il carattere ardito del marchio con sede ad Austin, che ambisce a spostare sempre un po’ più in là le frontiere della tecnologia, starebbe influenzando pure il più tradizionalista Giappone. Ebbene sì.
Nelle segrete stanze di uno dei più importanti produttori asiatici di motociclette sarebbe in fase di elaborazione un progetto mutuato proprio dal competitor americano. Vi starete chiedendo cosa essere utilizzato di una quattro ruote su un mezzo che ne possiede due in meno. Tra poco lo saprete.
In una sorta di osmosi del sapere le nozioni progettistiche degli Stati Uniti sono migrate verso il Sol Levante, nella fattispecie verso la fabbrica Honda.
Ultimamente sono stati consegnati dei brevetti che non lasciano dubbi sulla volontà della Casa dell’Ala Dorata di utilizzare i sistemi di assistenza alla guida in maniera differente rispetto ai propri diretti rivali. Anziché sfruttare i radar come stanno invece facendo le varie BMW, Ducati e Triumph, passare direttamente alle camere.
Dal disegno si notano due inserimenti nella zona anteriore, utili a tenere monitorato cosa succede attorno. Ciò può avvenire grazie al passaggio dei dati tramite una centralina, mentre un software permette l’attivazione di strumenti come il cruise control adattive, o il monitoraggio dell’angolo cieco e dei limiti di velocità.
Come per ogni cosa ci sono dei pro e contro. Il metodo più adoperato è anche quello più efficiente coprendo distanze più ampie, d’altro canto però la telecamera consente di visualizzare in maniera più chiara gli ostacoli.
Sul fronte di ingombri siamo ad un livello più contenuto, tuttavia il posizionamento dell’hardware comporta il ripensamento delle forme del davanti della moto. Al momento gli studi sono in fase embrionale, ma non è da escludere che nel contesto del Salone di Rho il prossimo novembre vi siano delle sorprese.
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