Le moto cinesi costano molto meno e spaventano così la concorrenza dei grandi marchi, soprattutto europei: ecco perché avviene ciò.
Al giorno d’oggi, si sa, il mercato cinese riesce a offrire modelli di moto (così come auto) che costano molto di meno rispetto alla concorrenza europea ma non solo. La differenza con le regine del mercato si sta perciò sempre più assottigliando e questo spaventa i colossi del settore. Ma perché determinate moto costano così poco rispetto a quelle dei grandi marchi? Vediamo insieme i dettagli della questione.
Come detto, il mercato cinese è in grado di offrire quel qualcosa che attualmente non si trova nelle Case dei competitors, ovvero le prestazioni e le specifiche accattivanti a dei prezzi decisamente low cost. Dell’argomento ha parlato un esperto, Luca De Meo cioè il CEO della Renault, e riferito che a incidere parecchio è la burocrazia molto meno macchinosa in Cina rispetto all’Europa.
Questo significa che in Cina le aziende riescono a ottenere molti più finanziamenti, accelerando la produzione di moto e di auto (a maggior ragione nel campo dell’elettrico) e dimezzando in maniera considerevole i tempi per la creazione di nuovi modelli. Ecco allora in termini più dettagliati i dati che dimostrano quanto i diversi fattori possano insieme fare la differenza.
Luca De Meo ha sottolineato, in quella che è stata pubblicata il 19 marzo come una “Lettera all’Europa”, quanto in Europa ci sia bisogno di un taglio di burocrazia e di un uso diverso del budget che ogni azienda ha a disposizione. In Cina, infatti, sono stati stanziati tra i 110 e i 160 miliardi di euro di investimenti e questo fa tutta la differenza del mondo in termini di costi e tempi!
Anche nei tempi, certamente. Per la produzione, aumentando il budget e l’investimento in risorse, si può costruire un modello anche in un anno e mezzo o due. A differenza dell’Europa dove si spende il 25% del budget solo per lo studio dei nuovi regolamenti e dove per progettare e produrre servono anche 3-4-5 anni.
In tal modo, in media, le auto e le moto cinesi rispetto a quelle della concorrenza vengono a costare anche 6/7mila euro in meno. La concorrenza europea deve per forza di cose rimettersi in sesto. E farlo subito, magari spingendo ancora di più verso una maggiore collaborazione e un maggiore investimento nelle nuove tecnologie. Non c’è più tempo da perdere.
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