Sono passati anni dall’uscita sul mercato di questa Ducati ma il modello oggi è ancora in grado di suscitare emozioni enormi nei centauri che l’hanno provata al tempo.
Pochi brand produttori di moto hanno raggiunto l’importanza della nostra Ducati sul panorama motociclistico mondiale. A rendere il brand di Borgo Panigale così rilevante sul mercato delle motociclette non sono certo soltanto i trionfi sportivi – tra cui i recenti mondiali di MotoGP portati a casa dalla scuderia principale – ma anche le tante motociclette sportive che nei decenni hanno regalato enormi emozioni ai clienti e ai semplici appassionati del marchio.
Chiaramente quando una casa produttrice come Ducati mette in strada così tanti gioielli, è normale che qualcuno, vuoi per le cifre di produzione non proprio elevatissime vuoi per uno scarso interesse da parte del pubblico, venga lasciato da parte, nel dimenticatoio, anche se non è affatto giusto che succeda ad un bolide come quello che stiamo per riscoprire oggi. Chissà se ve lo ricordate…
Il modello in questione si chiama Ducati Supermono, un prodotto che la casa di Borgo Panigale ha realizzato per 67 fortunati clienti a cavallo tra il 1993 ed il 1997. La motocicletta si distingueva soprattutto per l’utilizzo di un motore da un singolo cilindro che nelle prime versioni vantava una cilindrata di 550 cc mentre nelle ultime di 572 cc ma che in entrambi i casi, ha costituito un unicum nel listino del marchio finché proprio quest’anno la casa non ha prodotto una nuova moto ad un singolo cilindro: si tratta della Hypermotard 698 Mono.
Il bolide dimenticato
Presentata al Salone di Colonia, la Ducati Supermono si proponeva come una motocicletta sportiva decisamente leggera – il peso a secco era vicino ai 125 chilogrammi – dotata di una buona potenza per l’epoca, con il motore così singolare in grado di erogare fino a 75 cavalli di potenza a fronte di 50,8 nm di coppia massima. Il design è stato curato da Pierre Terblanche, una vera autorità del mondo della progettazione di motocicli.
Anche la dotazione di bordo era al top della gamma per il momento storico: le sospensioni anteriore e posteriore erano prodotte dalla casa Öhlins mentre i freni Brembo a disco sul frontale assicuravano una frenata sicura e precisa. La due ruote, come è evidente da tutte queste specifiche, non era però nata per la strada ma soprattutto per entrare in un circuito e dominare sulle rivali, cosa che in alcune occasioni fece sul serio.
A cavallo tra il 1994 ed il 1995 il pilota neozelandese Robert Holden si assicurò prima il secondo posto alla prestigiosa TT con una Supermono e successivamente la NW 200 Supermono proprio nel corso dell’anno successivo. Al tempo, la Supermono costava circa 45 milioni delle Vecchie Lire mentre oggi è difficile che uno dei pochissimi esemplari prodotti si messo all’asta a meno di 100mila dollari come è successo qualche tempo fa.