In alcuni paesi del mondo è già una realtà, ma in Italia gli scooter usati come taxi faticano ad attecchire. I motivi? Sono sempre i soliti.
Probabilmente, il modo migliore per arrivare a destinazione in una città particolarmente trafficata è inforcare un motorino e spostarsi con quel mezzo, decisamente più agile di un’automobile. In alcune città del mondo dove gli ingorghi sono un vero incubo è praticamente impossibile trovare un cittadino che non possieda questo tipo di veicolo, pena, intere giornate buttate nel traffico.
A questo punto, la domanda sorge spontanea. Non sarebbe più comodo avere una compagnia di taxi che opera anche in motocicletta e scooter? Perché nessuno ci ha mai pensato? Ancora una volta siamo noi italiani a non essere al passo con i tempi. In tutto il mondo, specie in Asia ed Africa dove il traffico è peggio del nostro nelle grandi metropoli, operano compagnie che usano questo tipo di veicoli. Una su tutte è la indonesiana Gojek.
In realtà nel nostro paese è arrivato un servizio simile, da poco, attirandosi però diverse critiche dai rivali principali. Vediamo qual è il problema e perché il servizio rischia di non essere accolto bene come Uber e compagnia bella anche se in alcuni casi potrebbe sicuramente risparmiare brutte code ed ingorghi agli italiani.
Arriva Fasto Bike, ma è polemica in Italia
Il servizio offerto dalla compagnia Fasto Bike permette ai clienti di spostarsi a bordo di motorini e scooter offerti dai guidatori dell’azienda europea, in grado di offrire un servizio che – sul sito ufficiale – viene definito rapido ed economico, forse più dei taxi tradizionali a causa del minor tempo passato nel traffico per cliente. I guidatori sono professionisti che vengono assunti dalla compagnia che consente anche di presentare il curriculum da privato sul sito ufficiale.
I mezzi dell’azienda si identificano con una livrea gialla e circolano già a Napoli e Milano; presto invece saranno anche a Firenze. Ovviamente questo ha attirato diverse critiche, soprattutto da parte delle associazioni dei tassisti che temono di perdere clienti e guadagni per via di questo concorrente, un po’ come è successo con le app di sharing della mobilità in passato.
La Società Coop Tassisti di Firenze avrebbe protestato tramite il presidente Milko Signorini: “Il prossimo passo è fare come Santo Domingo dove alzi la mano e ti fai dare un passaggio da chicchessia”. Un modo per dire che questa app permette a chiunque di fare il tassista senza chiedere particolari licenze. Una situazione già tesa ma alla fine, saranno i clienti a scegliere e a fare il proprio sostegno o meno a questa nuova compagnia.