Ci sono alcuni gesti che sono davvero tipici di chi va in moto ma che non tutti comprendono, saperlo può risolvere molti dubbi.
Andare in moto non è certamente da tutti, ma molti ne sono invece decisamente affascinati, anche se per chi non lo ha mai fatto prima può essere difficile avvicinarsi a un mezzo così esigente, a meno che non ci sia qualcuno che può aiutare a mettere da parte ogni titubanza.
Non mancano però i centauri che si sentono tali in tutti e per tutto, al punto tale che farebbero a meno di utilizzare del tutto l’auto, ben sapendo quanto si sentano con l’adrenalina a mille quando salgono in sella. Loro si sentono quasi in un mondo a parte, che forse non tutti sono in grado di comprendere.
Il linguaggio caratteristico di chi va in moto: occhio ai gesti
Chi ha paura all’idea di salire in moto spesso non riesce a comprendere da cosa possa scaturire questa passione, per questo rifuggono all’idea di avere vicino qualcuno che ha questa passione. I veri centauri, però, arrivano spesso a organizzare i loro impegni, vacanze comprese, sulla base di dove possono recarsi sulla loro due ruote, così da non abbandonarla soprattutto quando le temperature lo consentono.
Non tutti lo sanno, ma i motociclisti amano comunicare tra loro in un modo ben preciso, che forse solo loro sono in grado di interpretare. Tutti, però, potrebbero essere interessati a sapere se questi gesti possono avere un significato. ed è effettivamente così.
Nella maggior parte dei casi si tende a usare un saluto che può essere definito “standard”, che prevede due dita protese, la mano sinistra che si stacca dal manubrio, in posizione orizzontale e parallela al manubrio stesso. Chi è più timido, invece, potrebbe semplicemente alzare l’indice e il medio della mano sinistra, così da fare una sorta di cenno d’intesa, pur senza staccare la mano dal manubrio (alcuni lo ritengono simile all’Urbi ed Orbi del Papa). Anche in questo ambito possono emergere le differenze caratteriali, per questo chi è più estroverso potrebbe arrivare a tendere del tutto il braccio.
Si possono poi notare altri esempi, tipici soprattutto di chi ha una due ruote di grossa cilindrata. Questo li porta addirittura a scalciare, quasi come se fossero dei calciatori provetti, anche se si tratta soprattutto di un comportamento tipico dei più giovani. Ci sono poi i motociclisti che amano salutare un “collega” e lo apprezzano perché ha il suo stesso modello, come se questa preferenza fosse segno di buon gusto. Si potrà così fare gli abbaglianti, oltre a evidenti segni del capo.
Insomma, se nel corso dell’estate in arrivo si dovessero notare episodi simili non ci si deve sorprendere, hanno tutti un senso ben preciso, da cui si può capire anche qualcosa in più di chi lo fa.