Da quando i piloti italiani non corrono più si potrebbe dire che non è più domenica nel Belpaese. Alla lista degli storici driver nostrani in F1 potrebbe presto arrivare un nuovo talento.
In F1 vi sono stati tanti italiani in passato ma pochissimi in era moderna. Il problema è legato, principalmente, all’aspetto economico che sta limitando la vita di milioni di italiani. Purtroppo il Motorsport negli anni è diventato sempre più caro, rendendo impossibile iniziare una carriera per un ragazzo nella media. Le famiglie devono pensare alle priorità e l’automobilismo è per milionari.
L’ultimo pilota italiano della storia della Formula 1 è stato Antonio Giovinazzi. Un profilo valido che dopo le primissime incertezze in Sauber dimostrò di poter marcare punti sotto l’effige del Biscione. In un triennio non è riuscito a trovare la gioia di concludere una gara sul podio, ma non ha avuto a disposizione vetture di assoluto spessore. Ha dimostrato nel WEC di essere un pilota talentuoso, aggiudicandosi la 24 Ore di Le Mans al ritorno della Ferrari nell’anno del centenario.
Facendo un passo indietro troviamo Vitantonio Liuzzi, Jarno Trulli e Giancarlo Fisichella. Piloti di un’altra epoca che si sono ritirati nel 2011 prima dell’avvento delle monoposto con Power Unit ibride. La storia ci insegna come il talento non basti in un circus spietato. Trulli era, tecnicamente, il più dotato dei tre ma prese molti rischi, perdendo anni in Toyota ad inseguire un progetto tecnico che non decollò mai. Come l’abruzzese, anche il pilota romano, Giancarlo Fisichella, si tolse la soddisfazione di salire sul gradino più alto del podio in carriera (in 3 occasioni).
In questo caso le occasioni per eccellere non mancarono, avendo corso anche in un momento top per Renault, oltre che per Ferrari nel finale di carriera, ma non arrivò mai a giocarsi un titolo mondiale, a differenza del suo ex teammate Fernando Alonso che portò la Renault sul tetto del mondo. Liuzzi è stato un talento nelle categorie minori, tuttavia in F1 non ha avuto in dote monoposto all’altezza dei top team. Non è mai salito sul podio, pur dimostrando di poter lottare in modo egregio nel midfield.
Gli storici piloti italiani
Ascari rimane una leggenda del secondo dopoguerra, avendo corso la Ferrari, la Maserati e la Lancia, ma i suoi due successi mondiali, che fanno di lui il pilota italiano più vincente nella storia del circus, sono arrivati con la Rossa. Con 13 GP vinti i due mondiali (1952-1953) divenne la prima icona in pista del Cavallino. Il primo storico vincitore della massima categoria del Motorsport fu Nino Farina, a bordo dell’Alfa Romeo.
Riccardo Patrese ha vinto 6 GP, uno in più di Farina, pur non conquistando il riconoscimento iridato. Patrese non ha mai gareggiato per la Scuderia Ferrari, e l’unica auto italiana che ha guidato è stata l’Alfa Romeo nel 1984 e 1985. Michele Alboreto ha festeggiato in 5 occasione la P1. Elio De Angelis ha vinto 2 tappe in carriera. Vittorio Brambilla, Giancarlo Baghetti, Ludovico Scarfiotti, Lorenzo Bandini, Luigi Fagioli, Alessandro Nannini e Jarno Trulli hanno conquistato una vittoria a testa. In Mercedes potrebbe debuttare nel 2025 Kimi Antonelli, facendo felici i fan italiani.