In Italia è scattato l’allarme diffuso sia per motociclette che per scooter. Ma cos’è accaduto realmente? Arriva l’annuncio a chiarire.
Come un fulmine a ciel sereno, nelle ultime settimane è stato diffuso un allarme sul territorio nazionale, che ha preoccupato i possessori di motociclette e scooter, i quali hanno cominciato a temere di non poter più avere i veicoli a due ruote richiesti. Nello specifico a diffondere l’allerta è stata l’agenzia ‘Reuters’, la quale ha segnalato una disposizione da parte del Ministero giapponese circa la necessità di indagare sul lavoro di alcuni produttori, mettendo in discussione così la conformità delle omologazioni di alcuni veicoli.
Il rischio di un disastro a cascata (e che raggiunga anche l’Italia) ha preoccupato tutti. Più aziende – secondo l’informazione resa nota – avevano interrotto le spedizioni e consegne delle proprie moto e scooter, seguendo le indicazioni inizialmente valide per le automobili. Ciò si è reso necessario in prima istanza per un controllo circa il rispetto delle normative vigenti, onda evitare peggiori conseguenze.
I produttori coinvolti sono stati Honda, Mazda, Suzuki e Toyota, infine Yamaha nel settore delle due ruote. Una vera e propria tempesta, che per le motociclette e gli scooter ha riguardato i modelli R1, R1M, R3 e lo Sportivo TMax.
Problemi per moto e scooter Yamaha? L’annuncio ufficiale sull’allarme
Nel caso della R1 il problema risultava direttamente connesso alle norme antinquinamento che sono valide in Giappone ma molto simili all’Euro5+. In particolare modo si fa riferimento al motore e al sistema di scarico, che devono rispettare rigidamente il livello di emissioni preposto per l’intera vita del veicolo. Quindi all’invecchiare dello stesso non deve corrispondere un aumento dell’inquinamento che produce. Prima di Euro5+ questa specifica mancava. Circa R3 e TMax, invece, l’allarme riguardava i clacson, probabilmente il volume o il tono del dispositivo, ma il tutto è rientrato.
Lo conferma il portavoce Yamaha Motor UK, il quale chiarisce lo scenario per l’Europa, la quale non è alla fine coinvolta nella questione: “I due incidenti segnalati sono relativi ai test di certificazione giapponese per i modelli del mercato giapponese e non influiscono sulla certificazione UE o sulle unità nel Regno Unito”. Siccome Yamaha non intende incorrere nelle irregolarità ha sospeso soltanto momentaneamente le consegne delle unità interessate per rivedere le procedure di formazione e test, nonché le modifiche. Dopo di che, al termine delle indagini, spedizioni e consegne regolarmente sono state ripristinate, senza necessità di ulteriori interventi.