Un precedente provvedimento che era stato molto contestato dai motociclisti è stato letteralmente cancellato dalla giustizia italiana.
Una delle maggiori passioni degli italiani, sia uomini che donne, è rappresentata senza dubbio dai motori. Due o quattro ruote che siano, danno forma a sogni e aspirazioni di moltissime persone, che si sentono libere e spensierate nel poter guidare un’auto o una moto rombante e scintillante.
In Italia in particolare c’è una grande tradizione di moto, vista la presenza su territorio nazionale di numerose aziende di valore e dalla storia prestigiosa alle spalle. Dalla Ducati all’Aprilia, passando per Piaggio o Moto Guzzi per citarne soltanto alcune. Senza dimenticare i tanti appassionati dei modelli stranieri: c’è chi ha un trasporto particolare per i marchi giapponesi, chi invece è più tipo da chopper o naked in stile statunitense.
Tra gli spettacoli più belli vi sono sicuramente i cosiddetti raduni, ovvero la sfilata di moto d’epoca e dal valore storico sulle strade delle nostre città. Peccato che a Roma sia stata messa in vigore tempo addietro un’ordinanza che impediva la circolazione di moto storiche all’interno della Fascia Verde, promossa dalla giunta del sindaco Gualtieri. Una vera onta per chi ha la passione delle due ruote.
Per fortuna degli appassionati di motorismo, a loro difesa è intervenuto il Tar del Lazio. Il tribunale arbitrario regionale, ricevuta l’istanza contro il suddetto provvedimento nella Capitale, ha dato ragione ai motociclisti. Di fatto è stata di recente annullata l’ordinanza di Gualtieri, tramite la sentenza n. 13620/2024 di venerdì 5 luglio.
In sintesi la sentenza del Tar dice che “i mezzi di interesse storico e collezionistico rappresentano un bene di rilevanza culturale, pertanto assoggettato alla protezione apprestata dall’ordinamento e, con esso, dalla stessa Costituzione. Peraltro, tali mezzi sono oggettivamente infungibili, dal momento che, data la loro rilevanza storica, non possono essere sostituiti con altri veicoli più recenti”.
Una sentenza che di fatto si schiera a favore dei tanti reclami effettuati dalla FMI, ovvero la federazione motociclistica italiana, che aveva da subito ritenuto scioccante tale restrizione per le strade di Roma. Va sottolineato, oltre al valore storico e culturale delle moto in questione, anche l’indotto rilevante che possono garantire le aziende motoristiche italiane per lo Stato.
L’unica condizione necessaria affinché una moto antica possa circolare liberamente in strada è che sia iscritta al Registro Storico dei veicoli, così da evitare qualsiasi tipo di limitazione stradale.
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