Sono giapponesi e sono sorelle. I motociclisti le amano da impazzire per le loro linee da urlo e per la bellezza.
Le moto giapponesi sono un riferimento assoluto per affidabilità e potenza, ma anche l’aspetto estetico non è secondario. I due modelli di cui parleremo rappresentano esattamente l’essenza di questa fama, alzando, e non di poco, l’asticella della bellezza. Appariscenti e dalle linee da urlo che, certamente, non passano inosservate, sono attualmente ambitissime dai motociclisti italiani.
Appartenenti alla gamma Faster Sons, mescolano il fascino del vintage, con una dotazione ultratecnologica, ma a rivelarsi vincente è soprattutto il prezzo che va dai 11.599 euro della versione base, ai 13.499 euro di quella sportiva. Sembra tanto? In realtà se si pensa a cosa si ha tra le mani non lo è affatto. Certo se si è particolarmente esigenti e si desidera la carenatura integrale con scarico Akrapovic che completano il Racer Pack la spesa sale addirittura a 16.671 euro, e allora sì che si può dire che il costo non è a portata di tutte le tasche.
Acquistare una Yamaha equivale quasi sempre a fare un affare e anche per i due modelli al centro del nostro articolo non è diverso. La XSR 900 incorpora in sé due anime: quella più vicina alla tradizione e al passato per quanto concerne il look, e quella più moderna data ad esempio da soluzioni tecniche come il cambio elettronico Quick Shift, o il cruise control.
Adatta ad ogni genere di percorso e terreno, spicca per il telaio Deltabox che richiama gli anni ’80, per la sella bombata, per un serbatoio ispirato alle competizioni e per le luci posteriori nascoste. Particolarmente comoda la posizione di guida, leggermente arretrata e garantita anche da un manubrio ampio. I freni sono particolarmente precisi, mentre a garantire il movimento è un tre cilindri in linea da 890 cc, in grado di erogare fino a 119 cv e una coppia di 93 Nm.
Omaggia invece la vecchia 500 cc con cui Wayne Rainey si aggiudicò tre titoli iridati la XSR 900 GP. Ogni sua componente ricalca un bolide da circuito, dalla carena anteriore, al design della seduta. Tra le chicche citiamo le sospensioni KYB regolabili, il display TFT a colori da 5 pollici e il manubrio clip-on per aumentare il carico sul davanti e incrementare la precisione. Anche qui lo chassis è in stile Deltabox e i cavalli sono 119.
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