Nell’iter legislativo per il varo delle modifiche al Codice della Strada si innestano ulteriori aggiornamenti al testo di legge. Alcuni sono davvero molto particolari
Lo scorso 26 marzo la Camera dei Deputati ha approvato, a maggioranza, un disegno di legge di capitale importanza per i trasporti italiani. La legge è quella relativa alle modifiche al Codice della Strada, un codice in vigore dal 1992 e che, oggettivamente, ha bisogno di un’ampia ristrutturazione. Basti pensare che all’epoca della sua approvazione eravamo al tramonto della Prima Repubblica e il disegno divenne legge tra mille polemiche e con la consapevolezza che sarebbe stato a breve modificato. Una sorte di Codice della Strada provvisorio.
Ma, come noto, in Italia non c’è nulla di più stabile di una norma provvisoria. E non a caso, a 32 anni di distanza, ancora si dibatte sugli aggiornamenti alla norma. Norma che, come accennato, è stata approvata dalla Camera dei Deputati e dai primi giorni di aprile è incardinata, in discussione, al Senato per la seconda e definitiva approvazione. Per l’ordinamento italiano, infatti, basato sul bicameralismo perfetto, una legge diviene norma dello Stato solo se approvata, con lo stesso identico testo, da entrambe i rami del Parlamento.
Il nuovo Codice della strada
Ma proprio per questo motivo può accadere, come in questi giorni del resto, che un ramo del Parlamento, in questo caso il Senato, apporti delle modifiche al testo originale. Modifiche che vanno poi vagliate di nuovo dall’altro ramo.
Nello specifico è accaduto che Forza Italia, uno dei partiti che sostiene il Governo guidato dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, abbia presentato circa sessanta emendamenti al testo varato lo scorso marzo. Emendamenti che, se approvati, cambiano, nella sostanza, alcuni concetti di base tra quelli che hanno ispirato il redattore del disegno di legge. Vediamoli nel dettaglio
Gli emendamenti su monopattini e casco obbligatorio
Sono tre, in realtà, gli emendamenti qualificanti, altri sono più di forma che di sostanza. Il primo prevede l’eliminazione dell’obbligo di indossare il casco per le persone con età maggiore di 18 anni nell’atto di guidare un monopattino con velocità massima di 20 chilometri orari. L’obbligo resta per i minori.
Il secondo emendamento introduce l’obbligo tassativo e non derogabile di utilizzo del casco per tutti i minori di 18 anni che circolano su strada in bicicletta. Il terzo emendamento di rilievo, infine, prevede l’introduzione dell’obbligo per i Comuni di destinare almeno il 50% degli incassi effettivi delle multe per implementaer la segnaletica stradale. Tutti emenedamenti che però adesso devono passare al voto di aula il cui esito è affatto scontato.