C’è un motivo ufficiale per il quale la Ducati ha voluto abbassare la propria presenza in pista in MotoGP. La svela il direttore corse della Rossa.
Gigi Dall’Igna, direttore generale di Ducati Corse, risponde alla domanda che fa riferimento al perché la casa costruttrice bolognese abbia ridotto il proprio parto moto in MotoGP. Tra il team factory e le squadre clienti, fino a questo momento le due ruote griffate Ducati sono otto.
A partire dalla stagione 2025 però ce ne saranno sei, a causa dell’addio del Team Pramac. Il sodalizio tra le parti andava avanti sin dal lontano 2005, quando Dall’Igna era ancora ben lungi dall’essere assunto dalla Ducati. Ai tempi l’ingegnere e manager lavorava per la Aprilia.
Con Pramac sono arrivate tante soddisfazioni. Ed attualmente è proprio la prima guida di Pramac, Jorge Martin, a detenere il comando della classifica Piloti in MotoGP. Ciò nonostante è stata la squadra della Val d’Elsa a decidere di separarsi dalla Ducati, per una diversità di vedute. Pramac monterà motori Yamaha dal prossimo anno.
A quest’ultima non sarebbe andato giù il non avere considerato affatto Jorge Martin per affidargli la Ducati principale, dal momento che Enea Bastianini andrà via in direzione KTM. A Borgo Panigale hanno deciso promuovere il più anziano (esperto) e costoso Marc Marquez.
Ducati, la risposta di Dall’Igna
È stato in pratica uno sconfessare la politica di fare crescere i giovani per aiutarli ad arrivare il più in alto possibile. Politica in cui il team Pramac è sempre stato molto abile. Oltre a Martin, in Pramac sono cresciuti “un certo” Pecco Bagnaia, Zarco, Petrucci, Miller ed Aleix Espargaró, tra gli altri.
Ma per Dall’Igna i motivi sono altri, e strettamente legati a delle scelte aziendali votate al voler abbassare i costi per migliorare al contempo lo sviluppo. Ridurre il numero di moto in pista (saranno due del team Factory, due del Team Gresinie due del Team VR46 Racing) significa, per Dall’Igna, favorire la qualità. Sarà più facile migliorare lo sviluppo e le prestazioni di sei due ruote anziché otto.
Di queste tre saranno quelle ufficiali 2025 (una spetterà al Team VR46 Racing, con Valentino Rossi al settimo cielo) ed altre tre saranno mutuate da questa stagione.
Dall’Igna sottolinea anche l’importanza dei team satelliti, che servono per la crescita dei giovani piloti. Ed a questi non è importante dare una moto ufficiale: “Questo comporta spesse volte una pressione eccessiva, usare una moto vecchia agli inizi può essere migliore”, ha dichiarato il manager della Rossa.