Nella MotoGP potrebbe entrare presto in vigore una novità eclatante, e a dirlo è il personaggio più importante del Circus.
Potrebbe arrivare presto una clamorosa novità nella MotoGP, che potrebbe rivoluzionare tutto il mercato piloti e costruttori e lasciare un’impronta importantissima in tutto il Circus. A parlare della novità, discussa in queste ore, è una figura importante, probabilmente la più importante in assoluto: si tratta del CEO capo della MotoGP Carmelo Ezpeleta.
Liberty Media, società statunitense che lo scorso anno ha acquisito la quota di maggioranza di Dorna, è in attesa di entrare a tutti gli effetti nel paddock del motomondiale. Gli addetti ai lavori stanno attendendo il via libera da parte dell’Antitrust, tuttavia, al momento a comandare è ancora lo spagnolo Ezpeleta, che a quasi 80 anni intende rivoluzionare, per l’ennesima volta, la MotoGP, in particolare il mercato piloti.
Intanto che Carmelo Ezpeleta, CEO di Dorna, si prepara a lasciare la maggior parte di quote alla Liberty Media, e quindi a lasciare definitivamente il comando della MotoGP, propone una novità che potrebbe cambiare il futuro di questo sport. L’intenzione è quella di far crescere ulteriormente il motociclismo, ma questa volta non si tratta di mettere mano al regolamento delle gare. MotoGp, arriva il prestigiso riconoscimento per il Mugello Circuit.
Carmelo Ezpeleta ha rivelato di voler contribuire a esaudire il sogno dei piloti di MotoGP, prima di lasciare il comando agli americani. In cosa consiste questa novità? Nell’entrata in vigore di un salario minimo per gli sportivi. Dunque, ingaggi minimi per i piloti, che potrebbero garantire stabilità agli stessi, comunque già pagati profumatamente, e movimentare maggiormente il mercato piloti e costruttori.
Non si tratta di un’operazione facile, visto che i contratti sono gestiti dai team stessi, i quali decidono l’ingaggio in base a fattori interni alla scuderia, ma il problema riguarda anche le nazionalità dei piloti. Come facilmente osservabile, nella MotoGP, ci sono due nazioni a dominare la scena: l’Italia e la Spagna. Gli italiani e gli spagnoli sono i più numerosi e i più forti, ma ciò costituisce un grosso problema.
Ad esempio nella classe regina, su 22 piloti troviamo 10 piloti spagnoli e 6 italiani, troppi per un mondiale che, in quanto tale, dovrebbe coinvolgere il mondo intero e attrarre appassionati di ogni nazionalità. In questo modo, il motomondiale non può crescere. Su questo punto, lo stesso Ezpeleta ammette di dover ridurre i piloti spagnoli e italiani, per dare modo ad altri paesi di correre nella prima classe.
“Tutti devono avere la possibilità di correre il campionato, ma senza dubbio se sei italiano o spagnolo sei avvantaggiato”, ha rivelato il CEO di Dorna. Quale soluzione trovare? Basta prendere spunto dalle Olimpiadi, dove i partecipanti per ogni disciplina sono solo tre. MotoGP, perché la Ducati passerà da 8 a 6 moto nel 2025? La rivelazione di Dall’Igna.
Sembra un controsenso, visto che nel mondo delle corse non ci sono le nazionalità, ma in questo modo si rende più avvincente questo sport e si coinvolge un maggiore pubblico, magari spronando altri costruttori a mettersi in gioco. MotoGp, torna in calendario un Gran Premio: la notizia ufficiale.
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