Perché tanti piloti conoscono anche l’italiano: scopriamo alcune curiosità in merito a questo sorprendente dettaglio.
La storia della Formula 1 ha radici lontane, precisamente dal 1948 con la definizione dei regolamenti, ma il vero Gran Premio è stato quello di Gran Bretagna nel 1950. All’epoca si premiavano solo i piloti con la classifica finale e le gare previste furono sette, divise in Svizzera, Monaco, Belgio, Francia, Italia, Gran Bretagna e Indianapolis. Come riporta ‘williamhillnews.it’, nel 1958 fu introdotta anche la classifica costruttori e a dominare fu l’Alfa Romeo.
Successivamente fu la volta delle prime scuderie inglesi, tra cui Vanwall, BRM e Cooper. Nel 1970 entrarono in pista le Lotus, negli anni ’80 e ’90 si divisero la posta la Renault, la McLaren e la Williams, prima che la Ferrari dominasse grazie a Michael Schumacher nei primi anni 2000.
Come riporta ‘mult1formula.com’, attraverso questa storia, è emersa una particolarità davvero curiosa: nella Formula Uno l’italiano è la seconda lingua. In molti si chiederanno come mai, ma in realtà la risposta è molto semplice: tantissimi piloti, ingegneri e meccanici hanno avuto modo di vivere qui per un periodo di tempo abbastanza lungo, che sia stato per motivi lavorativi o di aggiornamento inerenti la Formula Uno. Inoltre, in tantissimi hanno avuto modo di sperimentare un’altra forma di corsa sui circuiti, ossia il kart: in Italia, infatti, abbiamo una delle migliori scuole di Kart, che i piloti sfruttano per affinare la tecnica prima di diventare dei veri maestri della Formula 1.
Campioni del calibro di Lewis Hamilton, Max Verstappen, Charles Leclerc e Carlos Sainz sono solo alcuni dei big che si sono cimentati nel Kart, diventando poi dei piloti professionisti. Inoltre, non possiamo non citare ciò che rappresenta la Ferrari nel mondo, visto che a Maranello spesso e volentieri c’è stato un enorme via vai di esperti e stagisti da ogni parte del mondo, soprattutto nei primi anni 2000 quando Schumacher dominava incontrastato con la rossa. Infine, i team italiani sono diventati due, poiché negli ultimi anni si è aggiunta l’AphaTauri, con sede a Faenza.
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