L’ordinanza della Cassazione numero 25.544 di quest’anno ha scatenato un vero e proprio terremoto nel panorama della rilevazione elettronica della velocità in Italia.
Un’indagine, originata dal Gip di Cosenza e successivamente estesa ad altre città, ha portato al sequestro di numerosi autovelox utilizzati dalla polizia su varie strade italiane. La ragione principale di tale azione risiede nelle motivazioni già sottolineate dalla Suprema Corte lo scorso inverno.
La Distinzione tra Approvazione e Omologazione
Secondo la Cassazione, esiste una differenza sostanziale tra l’approvazione dei dispositivi autovelox da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e la loro omologazione. Mentre l’approvazione si limita a verificare che le caratteristiche costruttive dell’autovelox corrispondano al prototipo presentato al Ministero, l’omologazione richiede un controllo tecnico più approfondito effettuato da una ditta specializzata per assicurarsi dell’assenza di errori nelle rilevazioni. Gli autovelox ora sotto sequestro non solo non erano stati omologati, ma è emerso che il prototipo depositato presso il Ministero era differente dalla versione modificata successivamente fornita ai comuni.
Le Città Coinvolte nell’Indagine
Tra le città interessate dall’indagine che ha portato al sequestro degli autovelox figurano Venezia, Vicenza, Modena, Reggio Emilia, Pianezza oltre alla provincia cosentina. Questa vasta operazione solleva interrogativi significativi riguardanti la legittimità delle multe emesse fino a oggi attraverso questi dispositivi non conformi alle normative vigenti.
Il Dibattito sulla Restituzione delle Multe Pagate
Una questione particolarmente sentita dai cittadini riguarda la possibilità di ottenere la restituzione delle somme versate per multe elevate tramite autovelox ora ritenuti illegittimi. Secondo il codice della strada italiano, il pagamento volontario della multa entro 60 giorni dall’infrazione implica un’accettazione della responsabilità da parte del trasgressore ed esclude quindi la possibilità di ricorso. Tuttavia, l’ordinanza della Cassazione introduce un principio secondo cui le multe elevate con dispositivi non adeguatamente omologati potrebbero essere considerate nulle anziché semplicemente annullabili.
La Posizione della Cassazione sul Rimborso delle Multe
Nonostante il dibattito aperto sull’argomento, in passato la Cassazione si è mostrata contraria alla restituzione delle somme già pagate per multe poi scoperte essere nulle a seguito dell’utilizzo di dispositivi non conformi. L’opzione offerta ai trasgressori di pagare una somma ridotta entro un certo periodo viene interpretata come una sorta di transizione tra cittadino e pubblica amministrazione: accettando questa opzione si rinuncia implicitamente alla possibilità di contestare o impugnare ulteriormente il verbale.
Effetti sulle Sanzioni Accessorie e Punti Patente
Sebbene sembri preclusa la via del rimborso per le sanzioni principali già saldate attraverso pagamento ridotto o pieno, resta aperta una finestra relativa alle sanzioni accessorie come i punti sulla patente. La Cassazione infatti sostiene che il pagamento ridotto non impedisce ai cittadini di opporsi alle sole sanzioni accessorie mediante ricorso al prefetto o opposizione al giudice di pace; tuttavia i termini per tali ricorsi sono ormai scaduti rendendo complessa questa via.
Quest’affaire degli autovelox solleva questioni importantissime relative alla trasparenza nell’utilizzo dei sistemi automatici per l’accertamento delle violazioni stradali e pone i cittadini davanti a complesse sfide legali nella gestione delle conseguenze derivanti da tali pratiche discutibili.