Nel contesto dei controlli stradali, è fondamentale fare una distinzione tra il classico controllo “patente e libretto” e il posto di blocco.
Il primo tipo è quello più frequente, dove le forze dell’ordine procedono a verifiche di routine che non prevedono l’ostacolo fisico della strada. Questi controlli sono volti alla verifica della patente, del libretto del veicolo, dell’assicurazione e persino dell’omologazione dei pezzi auto. Inoltre, possono essere effettuati in specifiche circostanze, come ad esempio nei pressi di locali notturni, per intercettare chi guida sotto l’influenza dell’alcol.
Il posto di blocco, invece, si configura come una misura più severa: la strada viene fisicamente chiusa dalle forze dell’ordine per motivazioni che superano la semplice verifica documentale. Durante eventi eccezionali quali il lockdown per la pandemia COVID-19, i posti di blocco hanno avuto un ruolo cruciale nel controllare gli spostamenti delle persone con maggiore rigore.
Le conseguenze del non fermarsi a un controllo o a un posto di blocco
Non rispettare l’intimazione al fermo durante un controllo stradale comporta delle sanzioni prevalentemente amministrative piuttosto che penali. Ignorare tale intimazione costituisce un illecito amministrativo punito con una multa da 87 a 344 euro e la decurtazione di tre punti dalla patente.
La situazione cambia radicalmente quando si tratta dei posti di blocco: in questo caso le sanzioni sono molto più severe data la natura eccezionale degli stessi. La multa può variare da 1.362 a 5.456 euro accompagnata dalla perdita significativa dei punti sulla patente (10 punti), riflettendo così l’importanza attribuita al rispetto dei posti di blocco impostati per ragioni superiori alle ordinarie verifiche.
Eccezioni alla regola: quando non fermarsi potrebbe non essere sanzionato
Esistono delle eccezioni importantissime da considerare: se l’intimazione proviene da agenti in borghese senza segni distintivi riconducibili alle forze dell’ordine o se i segnali utilizzati non sono chiaramente identificabili (come nel caso della paletta d’ordinanza), il cittadino ha diritto a non obbedire all’intimazione al fermo.
La fuga dopo l’intimazione al fermo: una condotta penalmente rilevante
La situazione diventa particolarmente grave quando all’ignoranza dell’intimazione si somma la fuga dal luogo del controllo o del posto di blocco. In questi casi emerge il reato penale della resistenza a pubblico ufficiale qualora tale azione metta in serio pericolo altri utenti della strada o le stesse forze dell’ordine impegnate nel controllo.
Un caso emblematico è rappresentato da un motociclista che ha scelto d’ignorare l’intimazione procedendo poi ad una fuga ad alta velocità nelle strette vie del centro storico, mettendo gravemente in pericolo sia gli agenti sia i pedoni presente sul luogo.
Ignorare semplicemente un controllo può portare a sanzioni amministrative relativamente lievi ma fastidiose; tuttavia aggiungere alla mancata sosta una condotta evasiva trasforma radicalmente lo scenario legale con possibili gravi conseguenze penali previste dall’ordinamento giuridico italiano.